Juventus-Inter, Sconcerti: "Sembra che Eriksen non sappia dove stare: il progetto dell'Inter ha perso centralità"

9 Marzo 2020
- di
Redazione NR
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JUVENTUS INTER SCONCERTI - Era la partita più attesa, ed alla fine, dopo mille dubbi, si è giocata. Clima surreale, spalti vuoti e poca garra da parte dei nerazzurri. Il giudizio sulla prestazione degli uomini di Conte, per lo meno per ciò che concerne il secondo tempo, è unanime. Squadra deludente, scarsa reazione, interpreti spaesati. Mario Sconcerti, il noto giornalista, ha firmato sul Corriere della Sera la sua analisi del match. Vediamo le sue parole.

Juventus-Inter, l'analisi di Sconcerti

"La prima impressione è che senza spettatori si capisca meglio il calcio, come se il grido del pubblico distraesse.. È come se Sarri avesse giocato uno spareggio con se stesso, le difficoltà lo hanno liberato. Ha fatto quello che sentiva senza tener conto dei nomi. Non gli è andato tutto bene nelle scelte, la partita è stata decisa in fondo da Dybala. L’Inter ha fatto una buona mezzora nel primo tempo, quando Vecino e Barella sono entrati in partita e Brozovic è rimasto senza avversari. È stata in quel periodo un’Inter profonda che arrivava sempre dentro l’area della Juve, ma non ha mai tirato. È stato assente Lukaku, caduto in una di quelle sue serate goffe. Si è dato da fare Lautaro ma con la convinzione addosso che non sarebbe mai andato lontano. Una buona Inter comunque, una squadra finalmente compiuta ma non all’altezza. A tratti si sono rivisti la bravura e i limiti dell’Inter di Spalletti".

Sconcerti sui limiti dell'Inter evidenziati contro la Juventus

"C’è stata poca qualità a centrocampo. Le due mezzali sanno fare solo una parte del grande compito pensato, l’altra, quella di qualità, resta inevasa. Non è un caso abbia aperto la gara Ramsey, mezzala di convinzione più che di ruolo, non raffinato, ma con gradi di bellezza sparsi su tutto il suo potenziale. Dybala è uno dei pochi attaccanti a non aver bisogno della squadra, si aiuta da solo. Eriksen dovrebbe essere l’uomo in più come è stato Dybala ma l’impressione è che Eriksen non capisca dove stare, cosa fare e forse nemmeno in che tipo di avventura si trovi. È quasi spaventato di entrare nella gara. E Conte è quasi spaventato dal mandarlo in campo. Si riapre così non il campionato della Juve, ma la sua speranza di gioco. Perde centralità il progetto dell’Inter, come era accaduto lentamente anche prima del virus che ci isola tutti".

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