INTER ERIKSEN - Era stato accolto come un Messia. L'uomo che mancava per far fare il defintivo salto di qualità ai nerazzurri che, già col fiato sul collo della Juventus, si aspettavano di staccare la storica rivale e tracciare il cammino verso il tricolore. Invece, evidentemente per colpe non solo sue ed in generale per un inaspettato calo della squadra in termini di intensità, l'arrivo di Christian Eriksen non ha migliorato la condizione dei nerazzurri. Sia in termini di gioco che di classifica. L'equivoco tattico, stranamente poco considerato nell'analisi fatta prima del suo acquisto definitivo, è emerso in tutta la sua gravità già dopo poche partite. Questa sosta forzata, in attesa che forse si possa tornare a giocare,consente però a Conte di poter lavorare sul fisico e sulla mente del giocatore. E sulla sua collocazione tattica. Ci sono dunque tre aspetti, che andiamo a snocciolare di seguito.
L'aspetto fisico è il primo e il più “semplice” da recuperare, ma condizionante per tutto il resto. A gennaio la forma del danese non era considerata all’altezza delle richieste da Conte e dal suo staff. Lo stop ha complicato i piani, ma da un altro punto di vista può anche essere visto come un’opportunità per Eriksen per recuperare terreno e mettersi al passo dei compagni. Il lavoro ad Appiano in solitaria andava in questo senso".
Il passo successivo sarà proporsi, in partita così come in allenamento, con un altro spirito, più guerriero e combattivo. Nessuno può pretendere un cambio di carattere e lo schivo Christian non può diventare l’esuberante centro del mondo che è Lukaku. In campo però la sua maggiore qualità ed esperienza si deve sentire, e deve essere accompagnata da una voglia di primeggiare pari a quella dei “soldati” di Conte".
Come a tutti gli altri, poi, Conte chiederà ad Eriksen di inserirsi nell’idea di calcio che guida la squadra: un cambio repentino e definitivo di modulo non è in programma, il 3-5-2 resta saldo. E allora l’uomo di Middelfart dovrà imparare i compiti della mezzala, aumentando l’interdizione, aggiungendo qualche cambio di passo, partendo alcuni metri più indietro o muovendosi di più senza palla. Certo si tratta di un processo che richiederà, oltre che voglia e applicazione, anche tempo e adattamenti. L’eventuale ripresa potrà essere frenetica e complessa, ma per la prossima stagione, da iniziare dal ritiro, la mutazione dovrà essere avvenuta. Così Eriksen potrà tramutarsi in “uomo scudetto”.