MAROTTA INTER INTERVISTA - L'amministratore delegato dell'Inter Giuseppe Marotta, in un'intervista sul podcast di Fedez, ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, svelando le sue sensazioni.
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"Quando sono arrivato all’Inter probabilmente la tifoseria mi ha visto come un intruso o peggio, visto che arrivavo dalla Juventus. Ma nello sport sono i risultati a contare e, per merito e fortuna, da quando sono arrivato qui, abbiamo ottenuto buoni risultati. Adesso penso di essere simpatico a buona parte degli interisti.
Futuro? Quando chiuderò la mia avventura qui voglio continuare a dedicarmi allo sport, ma in una dimensione diversa. Vorrei occuparmi dello sport come fenomeno sociale. In Italia non solo rispetto agli Usa, ma anche rispetto agli altri Paesi europei, siamo indietro sia sulle strutture, sia sulla pratica dello sport di base. Voglio offrire la mia esperienza affinché quei bambini e ragazzi che vogliono giocare a calcio, e non solo, possano farlo gratuitamente in strutture consone".
"Lo stadio è la casa dell’appartenenza calcistica, il luogo dei sentimenti, la storia. Ma deve essere anche una fonte di reddito per le squadre. Anche in questo il calcio italiano è molto indietro rispetto ai principali campionati europei. Gli stadi devono essere strutture moderne e molti in Italia, invece, sono antichi.
San Siro va rispettato come icona, perché è stato un contenitore di emozioni, passioni, è la storia. Ma serve guardare avanti. Purtroppo, gli interventi sugli stadi in Italia sono regolamentati da una serie infinita di livelli burocratici e amministrativi, al punto che è impossibile realizzare qualunque cosa. Questa situazione ha fatto sì che i due club abbiano cercato altre strade".
