L'Inter e l'allergia ai big-match: Conte cerca la svolta a Bergamo

8 Novembre 2020
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Redazione NR
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INTER ATALANTA CONTE - È indubbio che l'Inter non stia esattamente vivendo il suo miglior momento della stagione: con una vittoria negli ultimi sette incontri in tutte le competizioni, l'undici di Antonio Conte è ancora alla ricerca della quadratura del cerchio. Come se non bastassero i problemi di gioco e di tenuta difensiva evidenziati nelle ultime uscite, il tecnico nerazzurro deve fare nuovamente i conti col problema Covid. Ieri è risultato positivo Padelli, e sono emerse le non certe negatività di Gagliardini e Radu, già colpiti dal virus nella settimana pre-derby. I due ripeteranno il test stamattina, ma Conte è alquanto infastidito da questa situazione: l'ex Atalanta avrebbe quasi certamente giocato dal 1', ma ora la sua presenza a Bergamo è in forte dubbio.

Verso Atalanta-Inter, i problemi di Conte

Ovviamente la grana principale in casa Inter è rappresentata dalle condizioni di Lukaku. Il belga è stato recuperato per la panchina, con tutti i rischi annessi e connessi di un suo eventuale impiego. Poi c'è la solita lista degli infortunati. Non sono partiti per Bergamo Ranocchia, Kolarov e il lungodegente Sensi. Le scelte, al solito, risultano così quasi obbligate. La tanto decantata profondità della rosa è diventata un concetto più virtuale che reale. L'Inter è quasi sempre in emergenza, e le esigenze di classifica impongono la vittoria se non si vuole perdere altro terreno dalle prime della classe.

L'allergia ai big-match

I problemi difensivi evidenziati in questa prima parte di stagione - 15 reti subite nei 9 incontri disputati rappresentano un record negativo dal 2011-12, ndr - non lasciano dormire sogni tranquilli all'allenatore salentino. Che deve fare i conti anche con un dato statistico importante: l'Inter non riesce ad imporsi nei big-match con le squadre di pari livello. Tra campionato e Champions, contro Lazio, Milan, Borussia e Real Madrid, sono arrivati solo due pareggi. È ora di invertire velocemente la rotta se non si vuole cadere nel circolo vizioso degli alibi: un esercizio che dalle parti di Appiano è stato un limite soprattutto nelle precedenti gestioni tecniche

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