Zanetti, lettera agli interisti

6 Aprile 2020
- Di
Simone Togna
Categorie:
Tempo di lettura: 3 minuti

ZANETTI LETTERA - Il Vice Presidente dell'Inter Javier Zanetti ha scritto una lunga lettera ai tifosi nerazzurri. La missiva è stata pubblicata sul sito ufficiale del club.

L'emozione della Champions League

La lettera di Javier Zanetti agli interisti inizia con il ricordo della vittoria della Champions League: "Quando Julio ha afferrato quella palla, l’arbitro aveva già dato i tre minuti di recupero. Ho capito che era fatta. Ho iniziato a piangere. Il treno delle emozioni, delle fatiche, dei ricordi, delle sofferenze era finalmente arrivato in stazione. Mi sono voltato, ho detto a Samuel: "Abbiamo vinto, è nostra". Walter non ha fatto una piega: "Mancano ancora tre minuti, gioca".

Mai lesinato gli sforzi

zanetti-nerazzurrisiamonoi.png
|Nerazzurrisiamonoi.it

La missiva prosegue mettendo l'accento sugli sforzi effettuatati: "Il tempo. Ho imparato a misurarlo, a pesarlo, a sentirmelo addosso. Tre minuti. Tre minuti o 5.382 giorni? Da Inter-Vicenza, 1995, al Bernabeu. Tre fischi lo hanno dilatato, compresso e poi fatto esplodere. Nel mio cuore e in quello di milioni di interisti. Valgono meno gli sforzi fatti, se perdi? No. Mi sono allenato meno bene, meno intensamente, quando non arrivavano le vittorie? No. Ho mai lesinato sforzi o energie, mi sono mai tirato indietro? No. La sera del derby di Champions League con il Milan sono arrivato a casa, da Paula, stravolto. Erano state due settimane di tensione indicibile. Ad Appiano Gentile, a Milano, tra la gente per strada, tra gli amici, ovunque: nei pensieri c’era solo quella doppia partita. Due pareggi, l’eliminazione. Avevamo lasciato tutto sul campo. Tutto. C’erano già state delusioni forti, ma quella sera il rammarico era profondo e doloroso".

Nulla è impossibile

Testa bassa. Allenamenti. Voglia di vincere. Ecco spiegato, almeno in parte, il trionfo nerazzurro: "Avete presente quella frase: vincere aiuta a vincere? Quando Ivan Cordoba ha alzato la Coppa Italia nel 2005 per noi contava come una Champions. Lì iniziava qualcosa di importante, una consapevolezza: il percorso era quello giusto, poteva durare nel tempo: stagioni, anni. Arriva quel giorno e dici: ok, adesso non voglio più perdere. E infatti siamo andati a Torino a prenderci la Supercoppa Italiana, in una partita che non voleva finire mai. I minuti di recupero sembrano sempre scorrere più lenti quando vinci, vanno come il vento se devi rimontare. Però se ci credi fino alla fine, anche pochi istanti possono bastare. Con la Sampdoria siamo riusciti a ribaltare tutto in meno di sei minuti: gol, palla al centro. Gol, palla al centro. Gol. Nulla è impossibile".

Il tiro-cross di Rosi a Siena

Sliding doors. Se il quel tiro-cross di Rosi a Siena, all'ultima giornata di campionato, fosse entrato, probabilmente l'Inter non avrebbe conquistato il Triplete. "E poi capita che il tempo si fermi. Al 41’ del secondo tempo di Siena-Inter del 16 maggio passano meno di due secondi da quando Alejandro Rosi fa partire il suo tiro-cross a quando il pallone esce al di là del secondo palo, sfiorandolo. L’ho calcolato: 1 secondo e 8 decimi. Julio Cesar immobile, noi tutti fermi. Mi sono voltato verso Maicon e l’ho visto smorto. Si è messo le mani sulla faccia, il mio cuore ha ripreso a battere. Fuori.Era una finale anche quella, come tutte le partite dell’ultimo mese di quella stagione. Anche se per arrivare lì, siamo dovuti passare da... Kiev. Sento ancora le parole di José negli spogliatoi a fine primo tempo: “Siamo fuori dalla Champions”. Abbiamo rischiato tutto. Fuori Chivu, dentro Balotelli. Fuori Cambiasso, dentro Thiago Motta. E poi fuori Samuel, dentro Muntari. Abbiamo finito la partita con centrali di difesa Lucio e... il sottoscritto. Era però il segnale: quella squadra era disposta a rischiare, a dare tutto fino alla fine. Un momento eri fuori, un secondo dopo c’era Mourinho che correva in campo ad abbracciare Julio".

La resilienza nerazzurra

inter-zanetti-javier-inaugurazione-inter-academy
Getty Images

Altro passaggio fondamentale della lettera di Zanetti è rivolto ai supporters della Beneamata: "Del tifoso nerazzurro ho sempre ammirato la resilienza, la capacità di starti vicino. L’empatia, fin dal mio arrivo, è stata naturale. Gli interisti sono speciali: sempre presenti, trascinanti, con una profondità di sentimento fuori dal comune. Ed è anche per questo che quando il mio tendine d’Achille si è strappato, a Palermo, mentre mi accompagnavano negli spogliatoi, pensavo: ok, tra qualche giorno mi opero, poi inizio la riabilitazione e tra qualche mese torno in campo. Lo devo a me stesso e al popolo nerazzurro, dobbiamo salutarci come si deve".

Seguici Su

Immagine del banner per la tenuta di Castelfalfi
Immagine del banner Fashion Design Mateverse Show di Swiss-ITMImmagine del banner per il corso di Fashion Designer di Swiss ITMMr. Sgravo - discord Specialist by SgravotechAdvepa - 3D for Business
Nerazzurrisiamonoi.it - Testata giornalistica - Tribunale di Roma - Iscrizione n.81/2020
chevron-down linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram