Vidal: "Conte mi voleva, sono qui grazie a lui: sicuro di poter vincere qualcosa insieme..."

7 Novembre 2020
- di
Redazione NR
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Tempo di lettura: 2 minuti

INTER VIDAL - Arturo Vidal è certamente uno di quei giocatori ascrivibili alla categoria "pupilli di un allenatore": nello specifico il cileno, com'é noto, è un pallino di Antonio Conte. Il quale, dopo aver corteggiato invano il giocatore due anni fa, è finalmente riuscito, con l'intercessione della dirigenza nerazzurra, ad averlo con sé. Finora il centrocampista non è riuscito ad esprimersi ai livelli che tutti, lui per primo, si sarebbero aspettati. Il guerriero però non molla, convinto di poter dare ancora molto e soprattutto di contribuire a far vincere qualcosa a nerazzurri. L'ex giocatore di Juve e Bayern Monaco si è raccontato così in un'intervista esclusiva al Corriere dello Sport. Eccone un breve estratto.

Vidal e la sua missione: vincere con l'Inter

"Qui ci sono un progetto serio e un allenatore che ha sempre voglia di vincere. Lo scorso anno la squadra era forte ed è andata vicina a conquistare l’Europa League grazie a giocatori “affamati”. Il gruppo ha tutto per ottenere qualcosa di importante e ora sono arrivato anche io. Sono qui soprattutto per Conte. Siamo stati tre anni insieme alla Juventus, abbiamo vinto e quella è stata un’esperienza indimenticabile. Lui mi voleva: abbiamo parlato tanto la scorsa estate e sia lui sia la società hanno fatto il massimo per farmi venire all’Inter. Lui ama il calcio, te lo fa sentire e ti trasmette la sua passione e la sua voglia di vincere“.

Sulla sua collocazione in campo

"E’ una posizione nuova perché ho sempre giocato più avanti anche per sfruttare le mie caratteristiche realizzative. Ora la squadra ha bisogno che stia più dietro, che aiuti la difesa. Arriverà anche il momento in cui tornerò a far gol. Ho sempre segnato in carriera e ci riuscirò anche all’Inter".

Sulle critiche ricevute

"Per me sono uno stimolo, però tante volte sento e leggo critiche senza senso. Nel calcio quando uno fa una bella partita diventa un fuoriclasse, mentre se un campione sbaglia un incontro, di colpo viene considerato scarso. Certi giudizi non mi interessano: sono 15 anni che gioco a calcio al massimo livello e so come vanno le cose. Normale che tutti parlino di me e che mi critichino, ma io sono molto tranquillo e cerco di fare bene quello che chiede l’allenatore".

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