MATERAZZI MOU PARACULO CONTE INTERISTA - Marco Materazzi, durante una diretta Instagram con lo chef Davide Oldani, non usa peli sulla lingua per raccontare la sua Inter e quella attuale.
Marco Materazzi, in una diretta facebook con lo Chef Davide Oldani, noto tifoso dell’Inter, ha ricordato ovviamente l’esperienza in nerazzurro. Ma anche lodato quella attuale. A partire da Martinez: "Lautaro è fortissimo, ma io sono di parte perché sono interista e me lo ha raccomandato Milito. Quando sono andato in Argentina, Diego mi ha detto che è un fenomeno in testa per prima cosa. Perché è esploso quest'anno? L'anno scorso era all'ombra di Icardi. A proposito di Mauro: lasciatelo in pace, ognuno deve andare per la sua strada. Si assumerà le responsabilità di quello che fa, l'interista non deve accanirsi. L'importante è che vinca l'Inter".
"Castrovilli, Bastoni e Barella, quest'ultimo mi piace anche perché ha un grandissimo numero di maglia che deve onorare (il 23, ndr)".
"La Juventus deve pensare alla Champions, che quest'anno avrà un nuovo format: anche se la vincono, non si può definire come tale. Scherzo...".
"Ci sono allenare che possono allenare i campioni, come Mou. Altri devono costruirli. Josè è inarrivabile nel creare dentro una squadra l’empatia. Racconto il nostro primo allenamento: non parlava nessuno. E lui disse: ‘ragazzi, potete anche dire qualcosa’. Non era un maresciallo, ma un nostro compagno. Scattò subito l’empatia. Po la qualità che c’era in campo non si può discutere. Lui è paraculo. Se non ti alleni bene, ti manda subito il messaggino per farti attaccare subito la spina. Gli allenamenti si sono uniformati. Si lavora col pallone, lui ha portato questa metodologia. Ora quelli molto intelligenti fanno come Mourinho".
"Conte ormai è interista, la sua serietà non è mai stata in discussione, il suo passato sì. (ride, NDR). Ha ridotto il gap con gli ‘altri’ (la Juve, NDR). Hanno 22 giocatori extraterrestri. L’Inter ne ha 12-14, quando saranno 20 ce la si potrà giocare. l club sta ristrutturando tutto, anche il centro sportivo; bisogna prendere la Juve come esempio".
"Gliel'ho data, è vero. Io voglio bene a Mario, ma se l'era meritata. Oggi siamo tornati a essere più che amici, praticamente fratelli. In quella circostanza fece una cosa che non doveva fare, giocare male; il discorso della maglietta (gettata a terra ndr) passò in secondo piano. Prima della partita, sul pullman ci disse 'oggi entro e gioco male' e a quel punto gliele promisi. Quando entrò, fece un'azione tirando da fuori anziché andare in contropiede: c'era Milito in panchina che lo voleva ammazzare. Noi credevamo in lui, fece tanti gol con i quali contribuì alla vittoria finale. Poi devo dire una cosa, un giorno mi innamorai di suo padre che dopo la partita col Rubin gli disse 'non mi sei piaciuto, devi giocare più con i compagni. E basta andare in giro con le ragazze, vai a fare un giro in bici al parco'. Lì diventò il mio idolo incontrastato. Tornando a Mario, la settimana successiva alla gara col Barça dissi a José (Mourinho ndr) di schierarmi nelle partitelle contro Balotelli, che dopo pochi secondi se ne andava negli spogliatoi".