MAROTTA LAUTARO ERIKSEN - Beppe Marotta, intervistato da Sky prima di Hellas Verona-Inter, nega con forza un suo addio ai nerazzurri e getta acqua sul fuoco sulle situazioni riguardanti Lautaro ed Eriksen.
"Il rimpianto di aver perso la partita contro il Bologna c’è ed è tanto. Facciamo tesoro della sconfitta. Questa sera serve una prova di orgoglio e di determinazione. Lautaro e Eriksen in panchina? Il turnover è fisiologico con tante partite ravvicinate, è giusto che l’allenatore possa decidere la miglior formazione possibile da mettere in campo. Poi non dobbiamo dimenticare che ci sono 5 sostituzioni. E che anche chi subentra può essere determinante. L’argomento su Lautaro non ci distoglie dall'attenzione ai nostri impegni. Abbiamo parlato sin troppo di Martinez, credo".
"Eriksen è giocatore importante, le aspettative su di lui erano e sono molte, Conte sta facendo un buon lavoro. Ci vuole calma e serenità per non caricarlo di responsabilità, né di tacciarlo di non avere quelle qualità di cui ci si aspettava. Squadra destabilizzata dal tattico? Non credo, la squadra ha espresso un buon gioco, a parte alcuni episodi. Non c’è una responsabilità del singolo. Nel calcio moderno si cambia modulo, lo fanno gli allenatori, Conte lo ha fatto da altre parti, anche questo è fisiologico".
"Un mio ritorno alla Juve? Credo che sia assolutamente un fake news. Sono legato all’Inter. Sto bene a Milano e in questo club. Sono stimolato moltissimo per crescere. Lo sforzo che voglio fare, dando la mia collaborazione, è di ottenere dei risultati. Ci vuole pazienza e calma, questa è la cosa che manca di più. Ma ci vuole tranquillità. Noi stiamo crescendo di mese in mese, al di là delle statistiche e delle classifiche. È un lavoro difficile e lungo. La società ha bisogno di stabilità".
"Kumbulla è attenzionato da tanti club, sono contento per lui. Peccato forse che abbia scelto di giocare in una nazionale diversa da quella italiana. È un giovane interessante, fa parte di quei giovani che fortunatamente il calcio italiano riesce ancora ad annoverare".
"Portare un campione all’Inter? Sono d’accordo, non è facile individuare certi top player e farli venire. Uno step di crescita è di creare quella mentalità vincente. Come ottenerla? Con i risultati. Il talento rappresenta il domani, il campione già fatto rappresenta l’oggi".