IL PADRE INTERISTA VIENE A MANCARE ROCCO REALIZZA IL SUO SOGNO - Per una vita ha tifato per la Beneamata, nonostante vivesse dall'altra parte del mondo. Il suo sogno era quello di vedere l'Inter almeno una volta live a San Siro. Giuseppe non ce l'ha fatta. Ma suo figlio Rocco si era fatto una promessa: "Esaudirò il desiderio di mio padre". E così è stato.
Rocco Deserto è un italo-americano 33 enne tifosissimo dell'Inter. Vive a New York e la passione per i colori nerazzurri gli è stata trasmessa dal padre Giuseppe. "Nella Grande Mela ci sono molti supporters della Beneamata - racconta il ragazzo in esclusiva a Nerazzurrisiamonoi.it -. Probabilmente a livello di numero sono di più gli juventini, ma questo perché rispetto a loro ultimamente non abbiamo vinto molto, purtroppo. Sono però convinto che con qualche acquisto mirato e un miglioramento della rosa nel mercato invernale potremmo conquistare lo Scudetto. Magari i bianconeri si concentreranno di più sulla Champions e noi potremmo conquistare punti preziosi in campionato".
C'è un motivo molto nobile alla base del viaggio di Rocco a Milano: "Mio padre Giuseppe ha desiderato per tutta la vita seguire dal vivo a San Siro la sua Inter. Purtroppo si è ammalato ed è venuto a mancare. Ma io mi ero ripromesso di realizzare il suo desiderio. E l'altro giorno ce l'ho fatta, anzi ce l'abbiamo fatta - racconta il ragazzo orgoglioso e quasi con occhi lucidi mostrando le immagini scattate nell'impianto sportivo -. Prima con una visita guidata alla Scala del Calcio e poi in tribuna per Inter-Cagliari.
Col 4-1 al Cagliari l'Inter si è qualificata per i quarti della Coppa Italia. E il quarto gol è stato realizzato da Andrea Ranocchia. Per un punteggio e un marcatore che per Rocco sono una sorta di segno del destino: "Entrare a San Siro è stato qualcosa di indescrivibile. Tutto il pubblico faceva il tifo ed era coinvolto a sostenere i nerazzurri. In più abbiamo vinto, con 4 reti, come i nipoti di mio padre: è stata una bella partita e ha segnato proprio il roccioso difensore umbro. Sapete chi aveva segnato nel giorno del funerale di papà? Proprio Ranocchia, uno che non è che giochi o segni poi così tanto. Coincidenze? No, un segno del destino". O il modo del padre Giuseppe di ringraziare suo figlio.