Super League, Ceferin pronto alla guerra: "Non gli permetteremo di prendersi il calcio"

20 Aprile 2021
- Di
Redazione NR
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Tempo di lettura: 2 minuti

SUPER LEAGUE CEFERIN - Lo scontro continua. E quale mgliore occasione rappresentata dal 45esimo Congresso UEFA di Montreaux per esprimere ancora la propria disapprovazione per la Super League? Aleksander Ceferin, il Presdente del massimo organismo istituzionale del calcio europeo, ha parlato in questi termini del nuovo soggetto sportivo creato dal club del 12. Promettendo battaglia fino all'ultmo. Ecco le sue parole.

Super League, le parole di Ceferin dal palco del Congresso UEFA

"C’è stato un cambiamento negli ultimi anni, semantico e ideologico. Un cambiamento accelerato dall’attuale crisi e che ignora quello che succede in campo e i meriti sportivi. Un cambiamento che deve essere fermato immediatamente. E’ un cambiamento semantico perché creare un nuovo sistema è accompagnato dal voler creare un nuovo vocabolario: per alcuni i tifosi sono diventati consumatori e clienti e le competizioni sono diventati prodotti. Nel prepartita non si guarda più alle formazioni titolari, ma alle scommesse e ai follower su Twitter. Dopo il fischio finale si guardano gli indici di ascolto e i dati di share. L’eliminazione dalla Champions per alcuni non è più un fallimento sportivo, ma un rischio industriale che non vogliono più correre. L’obiettivo di alcuni non è più arricchire la bacheca, ma sistemare il conto in banca. L’egoismo sta rimpiazzando la solidarietà, alcuni CEO cambiano società come pantaloni, i soldi sono diventati più importanti della gloria, l’avidità più della lealtà. Sentiamo parlare di proprietari ogni giorno? Ma cosa hanno?".

Ceferin difende il calcio come patrimonio di tutti

"Il calcio non appartiene a nessuno, ma a tutti: è parte della nostra eredità, così come la Champions League. Il rispetto della storia, della tradizione e degli altri è importante per noi. Le competizioni europee hanno bisogno di Atalanta, Celtic, Rangers, Dinamo Zagabria e Galatasaray: la gente deve sapere che ognuno ha una possibilità, dobbiamo tenere vivi i sogni. I grandi club oggi non erano necessariamente grandi nel passato e possono non esserlo in futuro: il calcio è dinamico, questo lo rende bellissimo e popolare. Dov’era lo United prima di Ferguson, dov’era la Juventus 15 anni fa? In Serie B. Se i club che dominavano il calcio 40 anni fa avessero deciso di creare una SuperLega, cosa sarebbe successo? Non avremmo avuto il Notthingam Forest, il Porto, il PSV, la Stella Rossa. Il calcio cambia, ma alcuni vedono solo il cambio nel loro conto in banca. Questi club che si sentono intoccabili devono ricordarsi da dove vengono e capire che sono giganti grazie all’UEFA, che da 60 anni protegge l’ideale degli accessi alle competizioni con il merito sportivo. Non gli permetteremo di prendersi il calcio, statene certi. Noi sappiamo di essere giusti e loro in torto, combatterò per i tifosi: non possiamo perdere. La visione post-2024 che è stata ratificata negli ultimi giorni è il culmine di un lungo processo di consultazione".

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