INTERVISTA LUKAKU - Romelu Lukaku, dopo aver festeggiato per le vie di Milano il suo scudetto con l'Inter, è intervenuto ai microfoni della trasmissione La Tribune. L'attaccante nerazzurro ha parlato della stagione con il club e del rapporto con Antonio Conte.
"Era ora di festeggiare un titolo assieme alla gente. Ho detto a un mio amico che sarebbe stato bello uscire in macchina e vedere le persone. Sono molto contento per tutti gli interisti nel mondo, ma anche per la squadra, per l'allenatore, per la società, per il presidente. Posso dire che è l'anno più bello della mia carriera. Spero che questo titolo apra un nuovo ciclo per l'Inter. Spero davvero che tutti gli altri giocatori del Belgio possano vincere dei titoli quest’anno: Courtois, Eden e Thorgan Hazard, Witsel, De Bruyne. Sarebbe bello per la squadra portare questo spirito anche in Nazionale in modo da andare avanti tutti insieme. Vincere un titolo di club ti permette di fare esperienza, ti aiuta ad affrontare meglio le partite. Ti dà la mentalità da killer che un po’ mi era mancata nel corso della carriera”.
"Si è verificato un clic sul piano mentale. Tra me e me pensavo che a 27, quasi 28 anni, fosse ora o mai più. In carriera si possono segnare 500 gol, ma se alla fine non si vince un titolo è tutto inutile. Sono anche migliorato spalle alla porta grazie al lavoro con una macchina in allenamento che mi manda le palle a 30-40 km/h e io devo inviarle verso i compagni di squadra. Prima ero sempre un attimo dietro al mio difensore, adesso sono avanti di due secondi. Anche se non sarà mai la mia preferenza, ora svolgo un ruolo fondamentale, un po 'come Shaquille O'Neal nel basket. Aver servito dieci assist mi riempie di orgoglio. Il mio lavoro però non si ferma qui: sono felice perché abbiamo vinto un titolo, ma sto già puntando all’Europeo perché è molto importante".
“Combatterò fino alla morte per lui. Non ero stato in grado di raggiungerlo al Chelsea, ma avevo sempre detto che avrei giocato per lui il giorno in cui avrei lasciato il Manchester United. Mi ha detto in maniera molto diretta: "Se non lavori in allenamento, non giocherai, ed è essenziale che tu possa giocare spalle alla porta". È importante incontrare persone che ti dicano davvero la verità per farti migliorare. Questo è stato il caso di Eto’o, Drogba, Henry. Chi è l’attaccante migliore del mondo? Senza dubbio Karim Benzema"