INTER ZANETTI - Javier Zanetti, vice presidente dell'Inter, ha parlato ai microfoni di SkySport della situazione del calcio legata al Coronavirus, ma anche del suo passato in campo con la maglia nerazzurra.
"È una situazione drammatica in tutto il mondo, il virus sta colpendo tante popolazioni. C'è grande preoccupazione, noi per primi ci siamo resi conto che fosse un cosa molto grave. Purtroppo il virus è arrivato in Italia con tante morti, dobbiamo stare molto attenti. Sinceramente pensare oggi alla ripresa è molto difficile; fino al 13 aprile restiamo a casa, è la cosa più giusta da fare. È molto difficile pensare a un ritorno in campo, chi dovrà prendere le decisioni dovrà stare attento perché c'è in gioco la salute. Non è un interruttore che si accende e si spegne, bisognerà vedere l'aspetto psicologico dei calciatori, percepisco la loro preoccupazione e bisogna tenerne conto. Io sono a casa, con i miei bimbi che fanno scuola online. Lavoro da qui, in contatto con il mister, Lele, i ragazzi e gli altri dirigenti: stiamo lavorando per soddisfare le esigenze dei nostri partner che hanno puntato su di noi".
"Scegliere una partita è difficile, ne ho giocate tante. Ricordo la mia prima partita all'Inter, un sogno che ho realizzato davanti alla mia famiglia. La prima volta a San Siro è stata emozionante, come la finale di Coppa Uefa in cui ho avuto la fortuna di segnare. Dagli allenatori che ho avuto ho preso spunto da tutti, ma se devo citarne uno, direi Simoni e Mourinho".
"Mi fa piacere parlare di Lautaro perché quando lo abbiamo preso lo seguivamo da tempo. Al momento era il calciatore più promettente in Argentina, parlando con Milito dicevamo che poteva avere un futuro importante. È un patrimonio del club, è un ragazzo che è cresciuto tantissimo ed è un punto fermo della Nazionale. Lo vedo felice con noi, mi auguro che resti a lungo, rappresenta un patrimonio importante per il nostro club come altri giovani".