STAFF CONTE - Non Antonio Conte, bensì il suo staff. Gli uomini di fiducia del mister salentino sono intervenuti in conferenza stampa alla vigilia di Inter-Sampdoria.
Stellini: "Una grandissima emozione visti i sacrifici e il periodo difficile che abbiamo vissuto. Il momento in cui c'è stato il fischio finale di Sassuolo-Atalanta è stata una grande emozioni". Pintus: "Scudetto come la nascita dei miei gemellini. I calciatori si sono messi a nostra disposizione, mi ha colpito moltissimo". Vanoli: "Per che abito a 16 km da Appiano e ho l'animo interista è stato un orgoglio". Gianluca Conte: "Non ci sia abitua mai alla vittoria, dietro c'è sempre un grande lavoro e una cultura inculcata dal mister. I giocatori hanno sempre seguito il mister, sacrificandosi per raggiungere gli obiettivi". Bruno: "Non è facile descrivere l'emozione per la vittoria di un campionato, sono interista sin da bambino. Ho fatto un lungo percorso per raggiungere questo traguardo: è qualcosa di davvero emozionante, vincere è tanto sacrificio, stando dentro sai quanto ce n'è per raggiungere tutto. Ancora oggi non l'ho realizzato completamente". Coratti: "Mi unisco ai miei colleghi, a parole è difficile esprimere quello che provo, ringrazio il mister e i giocatori". Bonaiuti: "Dopo anni qui all'Inter in cui abbiamo sofferto, abbiamo raggiunto un obiettivo incredibile. Da bambino lo sogni, trasmettere l'emozione è difficile, c'è una felicità immensa. C'è tanto sacrificio in campo e fuori, qualcosa di stupendo". Castelli: "Gioia immensa, ho vissuto l'Inter anche da tifoso, allo stadio".
Pintus: "Questo successo viene dalla prima stagione. Abbiamo seguito il ritmo imposto dal mister. Abbiamo sfruttato il lockdown per lavorare da casa. Ogni due giorni ci trovavamo via zoom con la squadra, facendo i più svariati esercizi per non perdere la condizione. Non abbiamo avuto il periodo delle vacanze consueto, quindi abbiamo fatto un personalizzato anche post partita per i giocatori. Per questo li abbiamo ringraziati. La collaborazione di Bruno per il recupero post partita e dello staff medico è stato determinante". Coratti: "Mi associo alle parole di Pintus: è stato il lavoro giornaliero e costante a portarci a crescere e a portarci ad essere più performanti possibili".
"Quel siparietto con Antonio che mi urla nelle orecchie? Vabbè, ci sono abituato. Contro la Fiorentina era una partita importante, Antonio è un passionale, lì era un leone in gabbia, scenderebbe in campo con i ragazzi: è fatto così, la passione lo travolge. La vittoria è stata sofferta, ma sicuramente importante come tutte le vittorie di Antonio in questi 13 anni. Tutte le emozioni sono frutto di un grande lavoro dietro, cerca sempre l'eccellenza, noi cerchiamo di dargliela".
"La bellezza di questo lavoro è il confronto. Tra di noi c'è sempre un confronto, poi in ogni staff c'è un lavoro preciso che ci dividiamo. Io seguo di più la fase difensiva, ma il merito è dell'allenatore. Io devo far crescere il singolo, ma non è facile crescere in una difesa a tre. Sui tre difensori titolari è una scelta del mister. Noi dobbiamo allenare tutti in modo che siano pronti, questa è la più grande soddisfazione, che portino avanti un concetto, come successo con Kolarov e Ranocchia in Coppa Italia. Non mi interessano i paragoni con la BBC. Vogliamo che i nostri ragazzi crescano, questo è il nostro obiettivo".
"Un percorso lungo, i risultati non c'erano. Vincere è qualcosa di diverso, non è come qualcosa di personale dove Samir aveva numeri importanti. Ora puoi guardarti indietro e capire di essere arrivato ad un grande obiettivo".
"Io ho iniziato col mister di pari passo la mia carriera. Siamo stati insieme a Bari e anche per lui erano le prime esperienze. Aveva voglia di arrivare, lo diceva sempre. Voleva stare sul campo per capire come raggiungere i suoi obiettivi. Oggi Conte non è il Conte di 13 anni fa sotto alcuni aspetti, ma la sua ossatura è la stessa. L'abnegazione al lavoro è la stessa, ora ha maggiore esperienza, ci pizzica in più sulla pancia rispetto a prima, tutto a fin di meno. All'interno del lavoro ci sono tanti tasselli che il calciatore mette insieme e lo portano ad ottenere risultati in stagione".
"Sono stato chiamato in prima squadra per un evento fortuito. L'impatto è stato forte, qui sei come in formula uno ed è diverso dalle giovanili. Ringrazio Bonaiuti che mi è sempre stato vicino, vedere come ricercano la perfezione, sul particolare fa capire la differenza: con i ragazzi lavori più in generale. Ringrazio Adriano, sono felice di averlo accompagnato nel suo lavoro".
"Il mister sapeva benissimo che io sono un tifoso interista dalla nascita. E quindi l'emozione di approdare all'Inter l'ho mostrata subito. Ha capito subito cosa volesse dire per me lavorare nell'Inter con un mister come Conte. La mia preoccupazione è stata trasferire all'interista cosa significasse avere Conte come allenatore: è stato poi naturale. Serviva alla società un allenatore vincente, qui non si vinceva da tanti anni. Non c'è stato un momento particolare dove abbiamo capito che la gioia potesse essere reale. Vedi l'obiettivo, lo vuoi raggiungere e fai tutto in funzione di quello. Conte trascina gli altri per raggiungere l'obiettivo e conquistare lo Scudetto".
"Romelu ha una caratteristica peculiare, la sua fisicità. Pesa più di 100 kg e sono 100 kg di muscoli: è assimilabile ad un giocatore di football americano. Lui è migliorato molto anche sotto il punto di vista della resilienza, sta diventando un atleta completo".
"Meglio che sta in panchina, per la passione che Antonio ha è meglio che sta a bordo campo, in modo tale da farsi sentire (ride, ndr).
"Il percorso che Eriksen ha fatto all'Inter è similare a quello di tantissimi atleti che arrivano da campionati diversi e che hanno bisogno di tempo per imparare alcuni aspetti del gioco. Necessiti in modo naturale di tempo. Noi non abbiamo mai avuto dubbi, il mister con i suoi consigli, lo staff, sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato il suo momento. Abbiamo aspettato e Chris ha dato il suo contributo. Non deve fermarsi".
"Chiaramente le mie pressioni quando ero a gestire una partita sono aumentate notevolmente. Mi dovevo approcciare e far capire al giocatore cosa il mister volesse in una gara. Conte è molto chiaro, la sua non presenza poteva essere un handicap e io dovevo colmare questo gap. Attraverso Gianluca e il suo staff dovevamo trasferirlo alla squadra. Stesso discorso per l'intervallo, noi lavoriamo in gruppo, siamo qui per questo, io ho rappresentato solo quello che facciamo".
"La preparazione della partita è un tassello molto importante. Ringrazio pure i ragazzi che analizzano le gare davanti al computer per trovare le immagini per farci capire come studiare gli avversari. Noi cerchiamo delle idee da dare al mister. Lui può promuoverle o bocciarle. Con Antonio c'è un feeling consolidato, anzi che è cresciuto sempre di più, la preparazione della gara viene poi avallata dalle idee del mister".
"Devo dire che il ruolo si è evoluto negli anni, però ritengo che non bisogna cambiare troppe cose. Per me le basi come resistenza, forza ecc restano basilari. Vi sono cose che facevamo 30 anni fa che restano attuali. Ora c'è un'altissima specializzazione. Coratti si occupa della forza, Bruno del recupero. Avendo più energie per lo staff è più facile curare con più dettagli la preparazione fisica".