INTER HAKIMI INTERVISTA - Alla prima stagione nel nostro campionato, pagato ben 40 milioni di euro dal Real Madrid, Achraf Hakimi non ha certo tradito le attese. Pur con qualche amnesia difensiva di inizio stagione, poi corretta nel tempo, il treno marocchino è stato certamente uno dei giocatori più decisivi dell'Inter di Antonio Conte. L'ex Borussia Dortmund ha rilasciato una liunga intervista al quotidiano Repubblica. Ecco le sue parole.
"Vogliamo le stesse cose, seguiamo un'unica strada, siamo uniti anche fuori dal campo. La crescita è stata graduale. Molti di noi erano nuovi, me compreso. Abbiamo imparato a conoscerci. Poi, certo, sono successe cose che ci hanno dato una spinta. L'eliminazione dalla Champions ci ha permesso di concentrarci sul campionato. Le sconfitte ci hanno aiutato a capire cosa volevamo. Io testimonial del nuovo logo? Mi piace, guarda al futuro. Un futuro che potremo costruire insieme. Spero di restare a lungo in questo club, sono felice".
"Ne parliamo ma con rispetto, sapendo di non averlo ancora vinto. È l'obiettivo, non lo nascondo, ma mancano molte partite. Domani col Napoli sarà molto importante".
"Il bacio di Conte? È stato un bellissimo gesto d'affetto il mister è con noi qualunque cosa succeda. È un fratello maggiore, per età ed esperienza. Ci lascia liberi, ci permette di divertirci e in campo si vede. Fa parte di quel gruppo che lui stesso ha costruito".
"Al Real Madrid sono cresciuto con la difesa a 4, ma con tre centrali ho più libertà in attacco. L'attenzione per la tattica e la difesa, centrali nel calcio di Conte, mi sta rendendo un giocatore più completo".
"Sono mancati alcuni dettagli, dovevamo conoscerci meglio. Il dispiacere per l'eliminazione resta, ma siamo forti. Questa squadra farà parlare di sé anche in Europa".
"Sono nato e cresciuto nella periferia di Madrid, ho però scelto il passaporto marocchino. È stato naturale. Mi sento marocchino come i miei genitori, ne vado orgoglioso. Il Marocco è la mia casa, la mia cultura. Ogni volta che sento l'inno, so che nel mondo altri milioni di persone lo stanno ascoltando con me, provando quel che provo io. In Marocco il calcio è vissuto con ancor più intensità".