CORONAVIRUS GAGLIARDINI - Roberto Gagliardini, un bergamasco DOC trapiantato solo da qualche anno a Milano, non dimentica la sua amata città d'origine. Nella quale è nato e cresciuto come ragazzo e come calciatore, avendo fatto tutta la trafila delle giovanili nell'Atalanta. In una toccante intervista a Tuttosport, il centrocampista nerazzurro racconta le sue sensazioni per la sofferenza di Bergamo, in piena emergenza Coronavirus. Ecco le sue parole.
"Ogni giorno sento amici, o amici di amici, che piangono i loro cari. Mi consola il fatto che nessuno dei miei familiari sia rimasto coinvolto, ma questa storia è un continuo schiaffo che ci costringe a riflettere e pensare. Ogni tanto mi chiedo: perché proprio noi? Perché proprio a Bergamo? Sono un fatalista: doveva succedere ed è andata così. Ma la mia è una città di grandi lavoratori, siamo gente testarda e riusciremo a recuperare anche dopo questa battaglia. Spero che tutto ciò ci possa rendere migliori: già da ora noto una maggiore solidarietà nei confronti degli anziani, in futuro credo che potranno migliorare i rapporti tra persone che non si conoscono. C'è grande unione e solidarietà".
"La quarantena? Mi godo il mio piccolo Tommaso, di otto mesi, che prima non riuscivo a seguire con così tanta attenzione. Ora non mi perdo nulla: è bellissimo vederlo crescere, imparare e giocare ogni giorno in un modo diverso. Poi mi alleno, gioco alla PlayStation o con i miei cani e mi do da fare in cucina. Il mio piatto migliore? Faccio un’ottima carbonara...".