INTER HAKIMI LUKAKU - Ve li ricordate i motivi che spinsero la dirigenza nerazzurra ad ingaggiare Antonio Conte come tecnico? La squadra del 2018-19, allora allenata da Spalletti, pur raggiungendo gli obiettivi prefissati all'epoca - la qualficazione alla Champions, ottenuta anche l'anno precedente, ndr - non foriva garanzie di stabilità difensiva. Certo, la produzione offensiva - marchio di fabbrica del tecnico di Certaldo - era buona, ma mancava quella solidità granitica necessaria per alzare l'asticella. E correre verso traguardi più ambiziosi. E allora chi meglio di Conte, alfiere della ferocia difensiva, dell'aggressività sui portatori di palla altri per limitarne la pericolosità in avanti, poteva rispondere a tale identikit? Se nel primo anno in nerazzurro la creatura del tecnico salentino ha rispecchiato il pedigree del suo allenatore, quest'anno siamo a raccontarvi una storia diversa. L'Inter pare aver cambiato pelle: il tratto distintivo è diventato il gol.
Le statistiche, come sottolineato anche da La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, ci parlano di un'Inter che segna come (quasi) nessuno in Europa. Solo Bayern e PSG producono di più dal punto di vista offensivo. In Italia i nerazzurri viaggiano alla media di 2,6 gol a partita, avendo realizzato 26 gol in 10 incontri. Il magnifico rappresentante di questa squadra che trova con grande facilità la via del gol è ovviamente il totem Lukaku, accompagnato nella sua missione dai fidati compagni Lautaro e Sanchez, che si alternano al suo fianco. Il belga, alla sua miglior partenza in termini di gol della sua carriera, è l'autentico trascinatore del gruppo. Per informazioni chiedere alla malcapitata difesa del 'Gladbach o ad una qualunque delle squadre di A alle quali Big Rom ha già segnato. Dietro lo strapotere del gigante ex United viaggiano però altri interpreti che stanno contribuendo eccome alla causa.
Se dal conteggio delle reti nerazzurre togliamo il contributo di Lautaro e Sanchez - che di mestiere sono deputati a segnare -, ci accorgiamo che partendo da Hakimi per finire a Perisic, la banda degi altri ha già messo a segno 9 reti. Il marocchino è già a tre gol. Gagliardini e D'Ambrosio due, Brozovic e Perisic uno a testa. Niente male come lavoro di gruppo. Una filosofia, quella di mandare in gol giocatori diversi, molto distante da quella degli storici rivali bianconeri, realtà in cui il 75% dei gol è siglato dal duo Ronaldo-Morata.