Coronavirus, il Premier Conte scrive all’Avvenire: "Grazie alla Chiesa Italiana e al Papa"

11 Aprile 2020
- Di
Redazione NR
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Tempo di lettura: 2 minuti

CORONAVIRUS CONTE LETTERA -Il Premier Giuseppe Conte, in occasione delle festività pasquali, ha scritto una lunga lettera all’Avvenire ringraziando la Chiesa Italiana e lo stesso Pontefice sia per gli aiuti forniti in questa fase di emergenza, sia per aver dimostrato di aver compreso appieno la gravità della situazione in cui versa il Paese.

La lettera di Conte all’Avvenire

"Il prezzo che oggi si sta pagando è immenso. In termini di vite umane, prima di tutto. Penso in particolare alla popolazione più fragile e anziana. Tante, troppe le storie di chi ha pagato con la vita la lotta contro questo nemico invisibile. Tra queste, anche quelle di molti sacerdoti soprattutto del Nord Italia, impegnati a rinfrancare gli animi feriti, nella convinzione del valore vivificante della preghiera, anche della preghiera silenziosa offerta a Dio nel chiuso della propria stanza. In queste settimane ho più volte ricordato che tutelare la salute e sconfiggere il Covid-19 sono obiettivi che sollecitano la responsabilità di tutti, non sono appannaggio esclusivo di scienza e politica. La Chiesa italiana, in queste durissime settimane, ha accompagnato, con la sua presenza concreta nel territorio, la sofferenza del nostro popolo, contribuendo a sostenere soprattutto i più deboli, le famiglie in situazioni di povertà e necessità. Desidero, per questo, ringraziare il cardinale Bassetti e tutta la Conferenza episcopale, che ha generosamente devoluto per questa causa un’ingente somma proveniente dall’otto per mille, messa a disposizione per far fronte alle conseguenze sanitarie ed economiche causate dall’epidemia. Soprattutto desidero esprimere la mia gratitudine per aver compreso la dolorosa decisione di celebrare sine populo le liturgie, nella consapevolezza dei beni supremi coinvolti in questo difficile passaggio della nostra storia nazionale. La Chiesa italiana ha dimostrato ancora una volta la sua naturale vocazione al dialogo e alla cooperazione con le istituzioni civili, la sua capacità di interpretare i segni dei tempi. Il rispetto delle misure adottate dal Governo, sulla base delle indicazioni del comitato tecnico-scientifico, è un gesto di responsabilità verso l’intero Paese, di rispetto per chi affronta ogni giorno l’emergenza. Sono però consapevole di quanto questo sacrificio sia adesso più doloroso. La Pasqua è per tutti noi un richiamo all’unità, alla solidarietà, all’amore: essere distanti, non poter condividere insieme la grazia del tempo pasquale è motivo di grande sofferenza, ne sono pienamente consapevole".

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