Cordoba: "Dissi no al Real Madrid per vincere all'Inter"

25 Novembre 2022
- Di
Simone Togna
Categorie:
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Tempo di lettura: 2 minuti

CORDOBA REAL MADRID INTER - Il colombiano, ad Affaritaliani: "Avevo una sorte di debito nei confronti dei tifosi nerazzurri".

Cordoba sulla ristorazione

"La leggenda interista ha da poco aperto Mitù - Spirit of Colombia, un ristorante colombiano nel cuore di Milano. Un'esperienza: "Totalmente diversa, che appassiona. Vogliamo portare la nostra cucina colombiana in Italia e, attraverso l'Italia, nel mondo. Siamo consapevoli, con umiltà, di andare a giocarci una partita difficilissima perché entriamo nella 'Liga' più importante del mondo. Però sappiamo che possiamo mostrare qualcosa di importante, perché in Colombia c'è tanta diversità nella cucina".

Cordoba sul periodo all'Inter

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LaPresse

"Sono stati 15 anni, il periodo più lungo in cui sono stato in una squadra, anche considerando il percorso fatto nelle giovanili: nel Deportivo Rio Negro avevo militato da 8-9 anni a 16 quando ho iniziato in serie B. Posso essere al Venezia o da qualsiasi altra parte, ma l'Inter rimane dentro di me... I momenti più difficili? I primi cinque anni che non vincevamo. Ma se non fosse stato per quel periodo, in cui avevi la voglia di riscatto, una sorta di 'debito' che avevi con i tifosi, la proprietà e te stesso, non so se avremmo vinto dopo. Noi del gruppo di quei 5 anni cercammo di trasferire quello spirito a chi arrivò con noi dopo. Far capire cosa voleva dire giocare nell'Inter, cosa cercavi stando lì. Il 'non mollare', perché in quel momento sarebbe stato facile. E non era neppure difficile trovare la squadra.. anzi quella che oggi è la più forte al mondo, ossia il Real Madrid. Ma ero così convinto di voler vincere con l'Inter che..."

Cordoba: "Dissi no al Real Madrid per vincere all'Inter"

"Ho avuto questa forza di dire 'no, voglio vincere qua'. Questa cosa te la trasmettono i tifosi, la società, tutto ciò che circonda l'Inter".

Cordoba su Lukaku e Dzeko

"Chi sarebbe stato più facile da marcare per me? Lukaku, perché più esplosivo, secondo me più forte e si muove di più. Non che Dzeko non si muova, ma dà un riferimento più specifico. Non fraintendiamoci: stiamo parlando di due campioni, però per come ero fatto io mi sarei trovato più a mio agio marcando un giocatore come Dzeko. Lautaro il Milito attuale? Sì, potrebbe esserlo. Non lo è ancora, ma potrebbe esserlo".

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