INTER SUNING BC PARTNERS - Pur non mancando elementi di interesse per le questioni di campo - il campionato è ripreso a ritmo incessante, e già tra due giorni i nerazzurri sono attesi dalla Roma per un match d'alta classifica, ndr - si continua a parlare del possibile cambio di proprietà in casa nerazzurra. É sempre il Corriere dello Sport, il quotidiano che per primo lanciò l'indiscrezione sull'ipotetica cessione del club meneghino, a rilanciare l'argomento. Come riportato in taglio alto sulla prima pagina di oggi, il giornale riferisce di un'offerta del fondo finanziario inglese BC Partners. Fornendo poi tutti i dettagli, non solo economici, della complicata operazione.
Il resoconto del Corriere inizia ricordando che lo stesso Steven Zhang non avrebbe mai smentito ufficialmente l'articolo del Sole 24Ore che riferiva di incontri video a carattere esplorativo tra Suning, BC Partners e il fondo LionRock, proprietario di una quota di minoranza. Viene sottolineato come i potenziali acquirenti i potenziali acquirenti sembrano orientati a valorizzare l’Inter tra 400 e 500 milioni. Con l'aggiunta del debito netto che si aggirerebbe sui 350-400 milioni. Il blasone e la potenza economica di un colosso di tale portata escluderebbero la possibilità di un ingresso in società con una quota di minoranza. BC Partners normalmente segue operazioni da oltre 300 milioni volte ad acquisire il pieno controllo del managament societario. Quindi se la trattativa esiste - usiamo per ora il periodo ipotetico - questa è finalizzata ad una cessione del pacchetto di maggioranza.
Il potente fondo inglese ha interesse a rilevare aziende con risultati poco brillanti, riorganizzarle e migliorarne la performance. La conclamata strategia prevede poi una rivendita della società acquisita, con un ritorno sull’investimento di almeno il 10-15% annuo. Questo equivarrebbe almeno a raddoppiarne il valore in cinque anni. Appare da subito evidente la differenza di vedute e di obiettivi rispetto alla proprietà Suning. Quest'ultima ragiona su un orizzonte di lungo periodo: il club è funzionale alla crescita strategica (commerciale o di immagine) del gruppo industriale. I fondi finanziari invece sono volti alla realizzazione di ritorni finanziari nel più breve tempo possibile. Questo comporterebbe un inziale taglio dei costi, per riequilibrare il rapporto coi ricavi. Quindi stop a onerose campagne acquisti e organici affollati, rinuncia ad ingaggi faraonici e quant'altro. Il modello di riferimento, in questo senso, è quello di società come Milan, Lipsia, Salisburgo, Lione e Monaco.