BERGOMI - Beppe Bergomi dalle pagine de La Gazzetta dello Sport ha paragonato la sua Inter dei record a quella attuale. Le differenze ci sono, come sottolineato dal terzino destro della squadra che vinse lo scudetto nel 1989. "Si fa sempre fatica a paragonare squadre di epoche diverse. Nella mia c’erano tanti nazionali italiani e per costruire una mentalità vincente furono aggiunti campioni come Brehme e Matthäus. Ecco, ci fosse uno come Lothar non avrei dubbi: l’Inter arriverebbe prima".
"Il nostro segreto era la compattezza, un’unione eccezionale che ci portò a vincere contro tante rivali fortissime, dal Napoli al Milan. Anche allora come oggi l’Inter non era partita benissimo. La critica stava massacrando Trap e un giorno una delegazione di giocatori italiani — io, Zenga, Baresi, Matteoli e Ferri — andammo a bussare alla sua porta. Gli dicemmo solo 'Siamo con lei' e lui si commosse. Gli scese una lacrimuccia: fu un momento bellissimo e quel gruppo si unì ancora di più".
"Sono molto diversi, anche perché la professione di allenatore è cambiata davvero tanto. Trap sapeva motivare parecchio, ma aveva anche la capacità di allentare la presa. Viveva la sconfitta in maniera diversa rispetto a Conte, che è un grandissimo allenatore ma in quei momenti, per carattere, va un po’ in difficoltà".