Ausilio: "Lautaro il miglior colpo, sogno la seconda stella"

1 Novembre 2023
- di
Kevin Martorano
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Piero Ausilio intervista Inter
Tempo di lettura: 4 minuti

AUSILIO INTERVISTA INTER - Piero Ausilio, Direttore Sportivo dell'Inter, ha rilasciato una lunga intervista a Radio Serie A toccando tanti argomenti, sia di campo che di calciomercato. Queste le sue dichiarazioni.

Le parole di Ausilio

"Il mio esordio come dirigente dell'Inter fu nel 1998, al Parco dei Principi, nella finale di Coppa Uefa contro la Lazio vinta 0-3. Esordio fortunato, come anche fortunato fu l'esordio in prima squadra: ero in Brasile, mi chiamò l'assistente di Moratti e mi disse che mi voleva in prima squadra dal giorno dopo. Ed il giorno dopo c'era Dinamo Kiev-Inter, la partita secondo me decisiva per la vittoria della Champions League nel 2010".

Sul colpo migliore

"Quella di Lautaro è una storia molto particolare. Era già dell'Atletico Madrid. Presi un aereo cercando di recuperare una situazione persa al 99%. Furono quattro giorni pazzeschi, era già dell'Atletico, mancava solo l'accordo col Racing, c'era una clausola che Lautaro non voleva esercitare perché voleva far guadagnare di più al Racing. Fu un grande lavoro di squadra, mi diede una grande mano Zanetti, c'era Milito dirigente del Racing. Il presidente del Racing era durissimo, la sera dell'accordo Lautaro pensò bene di fare tripletta in coppa, ci costò di più ma alla fine portai a casa il calciatore".

La trattativa più dura

"Ce ne sono tante, a partire da Pavard con il Bayern Monaco. Soprattutto perché il Bayern non voleva assolutamente cederlo. Pierluigi Casiraghi, che è stato il mio maestro e il più grande scout di sempre, aveva praticamente preso Fabregas. Noi facemmo di tutto per prenderlo ma non fu possibile, lasciò il Barcellona e andò all'Arsenal".

Su Lukaku

"Lukaku è stato parte del passato. Abbiamo vinto uno Scudetto meraviglioso insieme, è stato una plusvalenza meravigliosa e anche un paio di finali perse. Come è andata la telefonata con lui? Preferisco non parlarne ma dico solo che ci deve essere sempre educazione e rispetto. E sono mancate educazione e rispetto. Sai quante trattative non vanno in porto? Ma se c'è rispetto non c'è problema. Quando invece ci si nasconde e ci si nega al telefono, allora lì pensi che sia il momento di voltare pagina. É chiusa dall'8 luglio, ricordo perfettamente la data. La telefonata con lui è stata breve e decisa dopo vari tentativi di chiamarlo nei giorni prima".

Su Marotta

"Ausilio e Marotta sono una bella coppia. Marotta capisce di calcio ma è bravo nel delegare. Penso che sia intervenuto con un no per un calciatore forse due volte. Magari perché conosceva il carattere del giocatore. É la persona migliore con cui lavorare, lui ti lascia fare fino all'ultimo, fino al momento di decidere. Permette al DS di fare il suo lavoro, io ho bisogno di un amministratore delegato. Io sono concentrato solo sulle cose mie, l'allenatore, la squadra, gli scout, gli agenti, lui gestisce la società".

Su Thuram

"Lautaro e Thuram sono una gran bella coppia. Ma ci sono anche Sanchez e Arnautovic, che presto ci daranno soddisfazioni. Sanchez sta già cominciando, Arnautovic presto lo farà. Subito dopo la cessione di Lukaku presi Dzeko a zero e avevo scelto Thuram. Faceva l'esterno, non sapeva neanche lui di poter essere una punta centrale. Ma lui era il mio prescelto e tutto stava andando bene con Mino Raiola, avevamo definito tutto. Poi si fece male la sera dell'accordo al ginocchio e abbiamo dovuto cambiare obiettivo. Ma gli incontri col papà sono rimasti e Lilian mi ricorda sempre che fui io il primo a vederlo punta centrale. Non lo dimenticarono e il vantaggio ce lo siamo presi".

Sui portieri

"A prescindere da Onana, avevamo già scelto di non proseguire con Handanovic. Con Samir c'è un grande rapporto e infatti resterà con noi a lavorare, c'è già un progetto nei prossimi due anni con lui, collaborerà con noi. Abbiamo scelto subito Sommer, era quello di cui avevamo bisogno. E lui si è dimostrato subito serissimo. Già durante la trattativa, si è presentato studiando l'italiano".

Sul calciomercato

"In Italia siamo meno competitivi economicamente ma siamo bravi. E parlo di noi, della Juve, del Milan. Siamo bravi ad anticipare i club più ricchi su alcuni giovani o a riportare a livelli consoni alcuni giocatori di questi club più ricchi. Soprattutto dalla Premier ci sono ancora opportunità interessanti di questo tipo".

Il sogno

"C'è sempre il sogno, ed è quello di arrivare alla seconda stella. Ce l'hanno anche gli altri, l'importante è lottare fino alla fine. Se poi ci saranno altri più bravi, stringeremo loro la mano".

Su Inzaghi

"Umile, geniale e pigro. Sì, è molto pigro. Ha delle convinzioni e non lo sposti neanche con le cannonate. Inzaghi è geniale. Fa calcio di qualità e fa star bene tutti, la squadra sta bene con lui. Inzaghi non è mai stato vicino all'esonero. Mai. Non è nelle corde di Steven Zhang e non è nelle corde di Marotta. Credo che Marotta, in carriera, non abbia mai esonerato un allenatore a stagione in corso. Sapevamo che, pungolando la squadra, si poteva venirne fuori. E abbiamo fatto due mesi finali pazzeschi".

Su Zhang

"C'è un'idea sbagliata di Steven Zhang come presidente. Permette ai dirigenti e all'allenatore di fare il proprio mestiere. Ha tantissima passione, vede tutte le partite a qualunque ora. Chiede tutto, ci da grande tranquillità e serenità. La sua mentalità ha permesso di non esasperare nessuna situazione. Pensate a Skriniar: una mancata vendita, perdi il giocatore a zero. Un altro presidente poteva avere atteggiamenti diversi, lui invece guarda subito oltre. Ha subito chiesto ok, chi prendiamo al posto di Skriniar? É un imprenditore, ha una visione molto ampia. Ti lascia fare il tuo, ti fa sentire tranquillo e sicuro".

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