INTER BARCELLONA ACERBI - Ci sono notti che diventano leggenda, e quella vissuta dall'Inter a San Siro contro il Barcellona è una di queste. Quando tutto sembrava perduto, quando anche il pubblico nerazzurro si stava rassegnando a dover dire addio al sogno Champions League, al 93' è successo l'incredibile. Il pallone è arrivato sui piedi di Francesco Acerbi, attaccante aggiunto per i nerazzurri, ed il suo destro, secco e preciso, ha trafitto la porta blaugrana. Il goal del 3-3 ha fatto esplodere lo stadio e riacceso una speranza che sembrava svanita. Una speranza poi concretizzata con una storica qualificazione alla finale grazie al goal di Davide Frattesi nei tempi supplementari.
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Ma quella rete non è solo una prodezza sportiva. È un simbolo. È la firma di un uomo che ha affrontato – e vinto – la battaglia più dura: quella contro il cancro. Francesco Acerbi non è un protagonista da copertina, non ama le luci né le parole fuori posto. È il guerriero silenzioso, uno che lotta senza clamore, che non cerca applausi ma li conquista, passo dopo passo, con il lavoro, la dedizione, la forza.
Dopo il goal, Acerbi non si è lasciato andare a un'esultanza sfrenata. Ha corso verso la sua panchina con uno sguardo incredulo, quasi smarrito, travolto dai compagni e da un San Siro che in un attimo è passato dal silenzio al delirio. Nessuna posa da eroe, nessun gesto teatrale: solo l'emozione pura di chi ha scritto una pagina indelebile di storia della Champions League e dell'Inter stessa, senza bisogno di urlarlo.
In quella corsa liberatoria c’era tutta la sua storia, tutto il suo percorso. Una rivincita silenziosa, ma potentissima. In una notte che poteva essere di dolore sportivo, Acerbi ha ridato fiato a un popolo intero. Ha dimostrato che nel calcio – come nella vita – nulla è perduto finché si lotta. E lui, il guerriero silenzioso, ha lottato. Fino alla fine. Fino al goal. Fino al sogno.
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Articolo prodotto da: Kevin Martorano.
