INTER CALHANOGLU SCUDETTO - Dal 22 maggio 2022 al 22 aprile 2024. 701 giorni a meditare una rivincita in silenzio, sottotraccia, coltivata dalla fiamma del duro lavoro e delle prestazioni, senza rispondere agli attacchi (talvolta personali) ricevuti sul campo e non. Già, quel campo su cui Hakan Calhanoglu e l'Inter hanno consumato la vendetta perfetta, vincendo il 20° Scudetto proprio nel derby contro il Milan.
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Nella mente del centrocampista turco è rimasta impressa un'immagine, uno schiaffo andato ben oltre i confini sportivi: quel "mandate un messaggio a Hakan" urlato da Zlatan Ibrahimovic alla folla rossonera, nel giorno della festa del 19° Scudetto milanista. Senza, ovviamente, dimenticare tutto il corredo di cori offensivi, peraltro avvallati da diversi giocatori milanisti, festanti e noncuranti di cosa significasse avere rispetto della persona.
Un rispetto che Hakan Calhanoglu da Mannheim si è preso, poi, a suon di risultati. Già, perché se da quel 22 maggio la platea milanista si è crogiolata sullo "Scudetto più bello di sempre", sull'altra sponda del Naviglio è iniziata l'operazione Vendetta. Messa a punto e cucinata secondo le ricette dello Chef Simone Inzaghi, di cui HC20 è stato uno degli ingredienti segreti. Passo dopo passo, il turco ha acquisito consapevolezza nei propri mezzi, nonché un ruolo e uno status imprescindibile all'interno del gruppo nerazzurro.
E i risultati, da quel 22 maggio, sono sotto gli occhi di tutti: una Supercoppa Italiana alzata in faccia; un Euroderby nella semifinale di Champions League stravinto sia all'andata che al ritorno; un 5-1 umiliante (in cui proprio Hakan ha messo a segno il gol del 4-1); e infine l'1-2 che ha sancito, alle 22:43 del 22 aprile 2024, la vittoria del 20° Scudetto nerazzurro. Sei derby vinti consecutivamente, con 14 gol fatti e 2 subiti. Un'onta incancellabile per la storia milanista, una rivincita gustosa per Calha, al primo tricolore in Italia.
Come detto, per giungere a un traguardo storico, uno degli ingredienti fondamentali è stato, senza dubbio, il rendimento da top player di Hakan Calhanoglu. Culmine di un processo avviato il 16 ottobre 2022, gara interna contro la Salernitana, quando Simone Inzaghi, per far fronte all'infortunio di Marcelo Brozovic, si è reinventato Calha per la prima volta da regista.
Da lì, in maniera costante e inesorabile, ha iniziato a rimodellare il suo modo di giocare, adottando un'interpretazione del ruolo da vero top player: visione di gioco funzionale alla verticalizzazione, rapido smistamento dei palloni, movimento continuo a elastico tra la zona di difesa e quella di attacco. E, soprattutto, una predisposizione al sacrificio e al recupero di palloni mai visti sulle frequenze milanesi.
Un miglioramento tangibile, di un giocatore praticamente diverso rispetto a quello che, nel 2017, arrivò nella Milano rossonera. Cambiamento evidenziato dai numeri, che non mentono mai: dal numero di passaggi a partita (40,1 al Milan, 50,1 all'Inter) alla percentuale di passaggi riusciti (84,1% al Milan, 88,8% in nerazzurro), passando per i contrasti a partita (1,07 in rossonero, 1,73 in nerazzurro), gli intercetti (0,57 prima, 0,68 dopo), fino ad arrivare alle palle perse per gara (1,70 al Milan, 1,1 all'Inter). Senza dimenticare l'apporto realizzativo del classe '94 alla causa interista: 23 gol e 24 assist.
Dati di un giocatore completo, reso tale dalla cura di Simone Inzaghi. E che ha contribuito enormemente al raggiungimento della seconda stella. Con buona pace di chi, nell'altra metà di Milano, continua a far finta di non averne mai avuto bisogno.
VINCENZO ZURZOLO