LAZIO INTER SARRI CONFERENZA STAMPA - Alla vigilia dell'attesissimo match dell'Olimpico tra Lazio ed Inter, il tecnico dei biancocelesti Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa. Ecco le sue parole.
"Ci siamo allenati fino a ieri a ranghi ridotti, difficile capire le reazioni quando si è in 12/13 persone e gli altri calciatori sono in giro per il mondo nelle nazionali. Purtroppo il calcio attuale è questo, probabilmente non mi appartiene, sono un tecnico da campo. Tutti i mesi facciamo 7 partite in 19 giorni, i restanti 11 i calciatori sono in nazionale. Si allenano più con le nazionali che con i club, perlomeno lì prima della prima partita possono lavorare per 4 o 5 giorni, cosa che a noi non succede mai e se succede è una cosa molto rara. Non siamo più di fronte al calcio e a uno sport, ma a uno show, dove tutti i partecipanti cercano di spremere soldi agli appassionati di calcio. Sono vecchio per questo calcio, sono innamorato di un altro calcio. Per domani mi aspetto una risposta da uomini più che da giocatori, a Bologna abbiamo fatto una gara da squadra superficiale. I 3 gol subiti sono nati da situazioni imbarazzanti. Una palla restituita da noi agli avversari, una punizione a metà campo su cui abbiamo lavorato minimo dieci volte in campo, un fallo laterale sulla nostra trequarti, situazione su cui abbiamo fatto 10-12 allenamenti. Non mi attendo la reazione dei professionisti, ma degli uomini".
"Ci sono 3 punti, non è una partita che può essere uno spartiacque per una società che ha fatto una scelta di rottura come la nostra, è un anno di costruzione e transizione. L'importante è gettare le basi, ora l'obiettivo non può essere quello di giocare un calcio spettacolare ma trovare un minimo di solidità. Poi cercheremo di soddisfare la gente, ora ci serve solidità. Io dopo le nazionali ho sempre un certo tipo di timore, arrivano giocatori che si sono allenati e hanno giocato in 8-9 modi diversi. Staccare la spina e pensare in modo diverso, poi riattaccarla nel modo giusto non è così scontato. C'è sempre un indice di rischio, soprattutto mentale, dopo le soste. Meglio giocare con una squadra blasonata".
"Ciro da un paio di giorni si allena con noi, sembra stare bene, stare fermo qualche giorno gli ha fatto anche bene. I nazionali vediamo, ieri per la prima volta si sono allenati col gruppo, dentro c'erano però ragazzi che avevano giocato 36 ore prima, abbiamo chiesto di non spendere tanto, oggi può essere il primo allenamento attendibile".
"Trovare una risposta univoca a una problematica mentale che coinvolge 30 persone e un ambiente intero è difficile. Cambiano allenatori, giocatori, forse comprende tutto l'ambiente e non solo lo spogliatoio la cosa. Dobbiamo andare avanti senza concedere niente a nessuno. Fare apparire il lavoro come soluzione senza concessioni a nessuno, al di là dell'importanza che può avere uno nella squadra. Pensare solo che il lavoro possa aiutarci a cambiare la mentalità. Sennò rimaniamo in discorsi generici, nelle squadre quando si fanno confronti negli spogliatoi parlano sempre gli stessi 2, è difficile capire quello che veramente c'è nella testa di tutti gli altri. Questo è un gruppo che a volte va in superficialità, nel momento in cui sembrano andare nella direzione giusta le cose. La grande partita per me s'è fatta con la Lokomotiv, quella poteva segnare l'inizio del percorso, in quella squadra lì io mi sono riconosciuto più di quella del derby. Abbiamo preso in mano la partita, palleggio pulito, attaccavamo lo spazio, quello è il percorso come obiettivo finale".
"Io alla storia degli scontri diretti ci credo zero, dipende dalla forza della squadra che si allena in quel momento. Inzaghi ha fatto bene, in questo momento è su una panchina importante, potrebbe essere la favorita per il campionato. Ha fatto acquisti funzionali, ha perso pochissimo della forza rispetto all'anno scorso".