INTERSPAC COTTARELLI - A Milano, presso la Fondazione Catella, si è aperto ufficialmente il progetto InterSpac. Al seminario, inequivocabilmente chiamato "Se non ora, quando?", il promotore dell'iniziativa Carlo Cottarelli si è reso protagnista di un lungo intervento. Ecco le sue parole.
"Considero questo evento sull'azionariato popolare come modello che può funzionare per l'intero calcio italiano e mondiale. Una premessa: chi si aspetta una difesa incondizionata del progetto che stiamo portando avanti, risulterà un po' deluso. Siamo qui per parlare delle difficoltà che inevitabilmente incontrano progetti innovatori come questi. Tra le difficoltà però, ci sono anche opportunità. Cos'è l'azionariato popolare? La partecipazione di quote di tifosi in numero elevato del capitale della squadra che amano. Non necessariamente tifosi con limitata capacità economica, ma possibilmente anche con tifosi con maggiore possibilità di investimento. In base a questa definizione sono già diversi i club che seguono questo modello: Real, Barcellona, la maggior parte delle tedesche. C'è però un'importante differenza rispetto a questi casi: questi club sono partiti come associazioni, il nostro caso sarebbe invece unico in cui i tifosi si mettono insieme per entrare nel capitale di una società che già esiste e comprarla da un investitore estero. Sarebbe un modello unico a livello mondiale, quantomeno nel calcio. Non si può negare che la motivazione principale sia l'amore per la propria squadra e il desiderio di darle una stabilità che forse non c'è stata negli ultimi anni, non solo nell'Inter, ma nel calcio italiano in generale".
"Qualche rara eccezione c'è, ma nel calcio il primo amore non si scorda mai. Il calcio è parte della vita di tutti e della nostra cultura. Questa è la motivazione principale per me e per le altre persone che sono in InterSpac. Cosa c'è di più bello di riconoscersi nella squadra per la quale si tifa? Investire in un piccolo mattone del proprio club. Occorre essere realisti. Ci sono delle difficoltà? Certo. La prima è coordinare un numero molto grande di persone. Visti i risultati, credo che sarebbe possibile raggiungere numeri anche molto più grandi di quelli raggiunti attraverso un’adeguata campagna pubblicitaria. Se si passasse una vera operazione di raccolta, si dovrebbe arrivare ad investire molto più delle poche migliaia di euro che abbiamo investito. Occorrerà un’adeguata organizzazione per raggiungere i tifosi. Abbiamo anche un elenco di 350 manager e professionisti che potrebbero mettere qualcosa in più e vorremmo anche avere alcuni pillar investor come nel caso delle tre A del Bayern. Coordinare tutti questi elementi è molto complicato, soprattutto per noi italiani che abbiamo molte difficoltà nel metterci insieme. Una chiara struttura di governance è importante e il modello può essere quello del Bayern, ma è soltanto una possibilità".
"Il secondo problema è che occorre un modello finanziariamente sostenibile. Nel calcio si crede che sia possibile essere competitivi solo con una proprietà miliardaria che viene dall’estero. L’ho sentito dire anche nel nostro caso. Ma ci possono essere vantaggi anche nel nostro caso? Il tifoso nel nostro caso compra un mattone per amore, non per avere un tornaconto nel 10%, non chiede remunerazione. Questo consente di sostituire debito con capitale, risparmiando decine di milioni spesi in interessi ogni anno. L’esperienza di club con azionariato popolare suggerisce poi che i ricavi stadio e pubblicitari possono essere più elevati perché si crea un legame ancora più forte tra tifosi e società. Il terzo punto: è normale che squadre con azionariato popolare ci sia un modesto contributo annuale che per i soci può essere 50-60 euro per almeno un certo periodo di tempo. Associare ad un certo investimento un contributo annuale del 5-6% per qualche anno credo sia ragionevole. È accettabile credere che quello che fa un miliardario che viene fuori dai confini italiani non possa essere fatto da migliaia di tifosi italiani? Credo sia inaccettabile. Bisogna sfatare l’idea che gli italiani siano troppo attaccati ai propri interessi. Voglio ringraziare ancora quanto fatto dall’attuale proprietà dell’Inter per quanto fatto. Ha portato il club alla vittoria e lo ha reso competitivo anche quest’anno. Noi abbiamo quasi scelto il nostro consulente che ci aiuterà a preparare un piano di governance dettagliato e contiamo di presentare la nostra proposta entro la fine di novembre. Ci sono difficoltà, non posso nasconderlo, ma questo è il nostro obiettivo. Se ci fosse interesse da parte della proprietà, passeremmo alla fase della raccolta da parte di tifosi e altre parti interessate. Non è questo il momento di mettere i soldi, ora bisogna sedersi e preparare una proposta concreta e dettagliata".