SERIE A CORONAVIRUS GRAVINA - Si discute ancora sulla ripresa del campionato e le situazioni cambiano in base all’evolversi della situazione Coronavirus e ai provvedimenti del Governo. Senza tirare in ballo nello specifico le conseguenze che il nuovo Dpcm voluto da Conte avrà sulla ripresa degli allenamenti - che non riprenderanno prima del 4 maggio, ndr - , e senza citare direttamente Giovanni Malagò, il Presidente della FIGC Gravina ha voluto rispondere alle bacchettate che quest'ultimo aveva dato al mondo del calcio nell'intervento radiofonico di ieri che potete leggere qui. Ecco le dichiarazione del numero uno della FIGC all'agenzia ANSA.
"Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline. Il calcio ha una sua specificità, per dimensione, per partecipazione e per impatto economico. Le conseguenze di un’anticipata chiusura dell’attività sono sotto gli occhi di tutti, provocherebbe un notevole danno sociale, prima ancora che economico. Perché rischieremmo la paralisi a causa dei ricorsi di chi si dovesse sentire leso dei propri diritti. Vogliamo concludere quello che abbiamo iniziato nel rispetto della salute di tutti i protagonisti. Per questo siamo a lavoro col Governo e con la nostra Commissione medica per stilare tutti protocolli necessari affinché lo si faccia in piena sicurezza. Il ministro Spadafora conosce il nostro pensiero l’idea è concludere le competizioni, in linea con le indicazioni degli organismi internazionali calcistici. Ma c’è un bene primario da difendere che è la tutela della salute. Abbiamo chiesto di attuare in tempi rapidi l’avvio delle procedure sanitarie, non appena sarà definito il protocollo, per trovarci pronti per riprendere gli llenamenti in gruppo alla fine del lockdown".