MAROTTA JUVENTUS INTER - Intensa giornata diplomatica per Beppe Marotta. Dopo la Conference Call in Lega Calcio, che non ha prodotto alcuna intesa, l'Amministratore Delegato ha dapprima risposto a Dal Pino su Juventus-Inter, per poi parlare più compiutamente della situazione caos calendari intervenendo in diretta a Novantesimo Minuto, su Rai 2. Ecco le sue parole.
"Il Consiglio straordinario è stato fatto su richiesta dell’Inter alla luce della decisione assunta ieri dalla Lega. Ed è giusto che poi sia la Lega a dire qual è stato il contenuto del Consiglio. Io parlo della situazione attuale da dirigente dell’Inter. E come avete potuto già leggere sono preoccupato della situazione a seguito di quella decisione improvvida. Non tiene conto delle situazioni contingenti del campionato di Serie A".
Viene chiesto a Marotta di dare un giudizio sulle parole di Dal Pino: il Presidente della Lega aveva detto di voler tutelare gli interessi del calcio italiano e di non voler dare una immagine negativa del calcio all'estero. Questa la risposta di Marotta: "Nel tutelare l'interesse dell'Inter io tutelo anche gli interessi di altri club e la regolarità della Serie A. La cronistoria è semplicissima. Nella giornata di lunedì la Lega Calcio ha chiesto al governo di poter utilizzare lo strumento delle porte chiuse alla luce del Decreto dei Consiglio, che non permetteva le attività sportive. Nella giornata di giovedì ha pubblicato un comunicato elencando le partite a porte chiuse, poi improvvisamente sabato c’è stato un dietrofront repentino, senza spiegazioni precise. Ci sono squadre che non hanno giocato due giornate, come Inter e Sassuolo, altre che non ne hanno giocata una, altre che hanno giocato con continuità. C'era il fatto poi che non è stata trovata una data se non il 13 maggio e questo porta al fatto che il campionato di Serie A è sfalsato nel calendario. E quindi assume le dimensioni di uno squilibrio competitivo imprevedibile e imprevisto rispetto a qualche giorno fa".
"Era clamorosamente un boccone avvelenato che mi era stato messo in bocca. Non a caso la Rai ha i diritti della Coppa Italia. Quando mi si propone di giocare lunedì bisognava avere la certezza che fossero state rinviate le gare di Coppa, cosa che assolutamente era inspiegabile. Perché la Rai non poteva mettere nel palinsesto due partite giovedì. Era impraticabile giocare lunedì, ecco perché non ho voluto dare risposta. Sono convinto che se non ci fosse stata Juve-Inter questa giornata non sarebbe andata così. Si è parlato di stop negativo per il calcio, ma dico che purtroppo le porte chiuse è unico strumento che può portare avanti regolarmente il campionato. Altre strade non ne vedo. Ci sono troppi eventi per le competizioni europee, i raduni delle Nazionali e non si può chiedere ai giocatori di disputare tante partite. Così l'Inter a maggio ne disputerebbe nove".
"Quantomeno ci ritroveremo a confrontarsi tutti i club di Serie A e ci confronteremo, cosa che non è stata fatta prima. Quindi ci troviamo in una situazione complicata. La difficoltà non sta solo nel recuperare le partite, ma nel fatto che domenica prossima ci sono cinque partite che sono interessate al nuovo decreto e dovrebbero essere giocate a porte chiuse. Ma è inimmaginabile che Atalanta-Lazio o Inter-Sassuolo si disputino a porte chiuse".
"La nostra opposizione nasce dalla logica con la quale è stata assunta la decisione di ieri di non disputare le gare a porte chiuse. Ecco perché poi dico che non si garantisce regolare competitività. Non si può non validare lo strumento delle porte chiuse la domenica prima e renderlo valido la domenica dopo. C’è una incongruenza assoluta. Oltre al danno nei confronti dei tifosi. C’è rammarico per questa decisione non condivisa che doveva essere presa da tutta la Serie A. Poteva portare a decisioni drastiche, fermare il campionato. Era un atto dovuto chiederci e non decidere autonomamente. Siamo in un momento delicato in cui l’interesse della società, economico e patrimoniale quindi dei tifosi, deve essere sempre tutelato".