Zielinski: "Mi aspetto molto dall'Inter, voglio continuare a vincere"

6 Agosto 2024
- di
Vincenzo Zurzolo
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Piotr Zielinski in azione con la maglia dell'Inter
Tempo di lettura: 2 minuti

ZIELINSKI INTER INTERVISTA - Il nuovo centrocampista dell'Inter Piotr Zielinski, nel corso di un'intervista per la rubrica "Welcome Home", ha parlato a 360° della sua carriera, focalizzandosi anche sulla sua nuova avventura in nerazzurro.

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Zielinski parla degli inizi della sua carriera

"Ho iniziato a giocare 6-7 anni, ho una famiglia sportiva: mio padre mi accompagnava al campo, con i miei fratelli maggiori. Devo tanto a loro, li ringrazio. Spero che mio padre sia felice di ciò che ho fatto. Ho imparato a usare entrambi i piedi grazie a mia madre: in un torneo eravamo ai rigori, mi avvicinai a lei e le chiesi se potessi provare a tirare col sinistro. Lei mi disse 'certo'. Feci gol: da lì ho iniziato ad usarlo maggiormente. Amo il tennis, gioco con piacere. Mi piace anche il padel. Se non fossi diventato calciatore avrei provato ad essere un tennista: non sarebbe stato semplice, ma ho molta passione per quello sport".

Sugli sport invernali

"Ho sempre frequentato persone che mettevano il calcio in primo piano. Gli sport invernali non li ho mai praticati: mia moglie da giovane andava a sciare, ma io non ci ho mai provato. Il primo campo in cui ho giocato è quello della mia città: mi fa sempre piacere tornarci durante le vacanze per prepararmi in vista della nuova stagione. Il mio idolo era Rosicky: era fantastico, forte tecnicamente. Poi c'erano Zidane, Ronaldinho e Iniesta. Nel tennis apprezzo Federer: non credevo alla classe con cui giocava. Ma anche Nadal e Djokovic sono fenomeni".

Sulla vita in Italia

"Non era facile trasferirsi, ma l'Udinese mi offrì tutte le cose che mi potessero dare tranquillità, anche un volo al mese per la mia famiglia, per stare con me. Ho bei ricordi di quei tre anni, non mi mancava nulla. L'Italia mi piace tanto, sono anche cittadino: ho vissuto qui quasi metà della mia vita, si vive bene, mi piace tutto. Il calcio è ad un livello elevato. Dall'avventura all'Inter mi aspetto tanto, arrivo nella squadra campione d'Italia. Spero di inserirmi perfettamente nei piani della squadra, dare il mio apporto e continuare a vincere".

Sugli allenatori

"Ogni tecnico che ho avuto mi ha trasmesso qualcosa. Sono tutte persone per bene, hanno sempre cercato di aiutarmi, di invogliarmi a credere in me stesso, dando sempre il massimo. Ringrazio tutti, sono stati importanti per me. La Nazionale? È un rapporto forte: tutto è cominciato dall'Under 15, parlavano tutti benissimo di me. Ero piccolo e magro, gli allenatori non mi inserivano subito nelle gare, ma mi chiamavano perché non potevano fare altro, viste le mie qualità. All'inizio non è stato facile, ma sono rimasto calmo e tranquillo. Presto arriverò a 100 presenze, sono orgoglioso".

Sullo spogliatoio

"Un pregio? A volte sono sensibile. Il mio difetto? Non lo so, sicuramente se ne trovano, probabilmente sono un po' geloso. La vita nello spogliatoio è importante, fa parte del nostro lavoro. Qui dovrò conoscere tutti per bene, ma ho sentito che lo spogliatoio è fantastico: il gruppo è forte e sano. Mi fa piacere, mi ambienterò indubbiamente bene: non sono uno che rompe. Spero di ritrovare tutti quanti il più presto possibile per ambientarmi. Nel calcio contano talento e determinazione: se mancano questi elementi è complicato avere successo".

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