ZANETTI 30 ANNI INTER - Trent’anni fa iniziava una delle storie d’amore più belle del calcio: quella tra Javier Zanetti e l’Inter. L’argentino, arrivato a Milano da perfetto sconosciuto, è diventato nel tempo una vera e propria bandiera nerazzurra, incarnando i valori del club con professionalità, dedizione e cuore. Oggi, da vice presidente, il suo legame con l’Inter è più saldo che mai. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Zanetti ha ripercorso i momenti più significativi della sua carriera in nerazzurro, soffermandosi sul rapporto speciale con Massimo Moratti, il presidente che lo portò a Milano e che per lui è stato molto più di un semplice dirigente.
"30 anni fa Moratti mi acquistò? E fu magia per il club, per i tifosi… E anche per me!. Ero uno sconosciuto, a certi livelli giocavo da appena tre anni in Argentina. E con me, a Milano, arrivò Sebastián Rambert, che era invece capocannoniere ai tempi. Nemmeno voi giornalisti mi avevate riconosciuto (sorride)".
"Molto, moltissimo, quasi tutto. Ha creduto in un ragazzino che non aveva ancora fatto niente, mi ha regalato una vita meravigliosa, non solo professionalmente: è stato vicino a me e alla mia famiglia, sempre pronto a dare una mano e regalare un consiglio. Parliamo di tutto, non solo di calcio. Lo considerò un papà, e non è un modo di dire. Personaggi così non ce ne sono più, soprattutto nel calcio. Scendevo in campo ed ero pronto a dare la mia vita per questa maglia, per i tifosi e per lui".
"La sera del Triplete, nel 2010, a Madrid. Ci abbracciammo fortissimo senza dirci nulla. Sapevo che stava pensando anche al suo grande papà e a quanto potesse essere orgoglioso di lui. Ma lo vidi raggiante pure una settimana prima, a Siena, quando vincemmo lo scudetto nel giorno del suo compleanno, il 16 maggio. Ero fiero di aver potuto restituire qualcosa a un uomo che ci aveva dato ogni cosa e per il quale provo e proverò sempre eterna gratitudine".
"Ronaldo il Fenomeno, roba dell’altro mondo".