ZAMORANO INTER - Iconico, a suo modo, con la maglietta 1+8 dietro le spalle. Ivan Zamorano è stata una colonna dell'Inter a cavallo tra anni Novanta e Duemila. Centravanti di grandissimo killer instinct, capace di fare del male in diverse maniere alle difese avversarie. Intervenuto da Las Vegas, il bomber cileno ha fatto trasparire come il feeling coi colori neroazzurri non sia mai scomparso.
"La storia dell’Inter è simile alla mia: una squadra caratterizzata da grande passione che deve soffrire e lottare per vincere. Una parte del mio cuore è rimasta qui a Milano. I tifosi mi dimostrano sempre grande affetto, sembra che non sia mai andato via”.
“È stata la serata più bella della mia carriera. Abbiamo segnato io, Zanetti e Ronaldo, tutti sudamericani”.
“Quella rete di tacco è stata straordinaria. Anche se non era una mia specialità".
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"Riuscivo a stare in aria un secondo in più degli avversari. La sensazione di essere più in alto del difensore mi dava molta felicità. Credo che il 30/40% dei miei gol li ho fatti così. Mi sono allenato su questo fin da bambino. Quando ero piccolo a casa mia c’era un lampadario dove mia madre aveva appeso un fiore. Ogni giorno quando tornavo da scuola saltavo per colpirlo di testa. Quando ci sono riuscito ero felicissimo. Il giorno dopo, però, non ce l’ho fatta".
"Ho dovuto lasciare la mia maglia numero 9, ma si trattava del Fenomeno, non è stato un grande sforzo. Poi un giorno ho pensato a “1+8”. Ancora oggi quando torno a San Siro lo vedo. È bellissimo. È stato il miglior calciatore con cui ho giocato per talento, fisico, qualità e magia. È stato bellissimo poter lavorare al suo fianco, era il migliore al mondo".
"È un bomber incredibile, un guerriero che lavora tanto per la squadra".