Vecchi: "Questa vittoria è un premio alla gestione del secondo tempo"

17 Settembre 2025
- di
Carlo Alberto Gamba
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Stefano Vecchi in conferenza stampa dopo Virtus Verona-Inter U23 (17 settembre 2025)
Tempo di lettura: 3 minuti

VIRTUS VERONA INTER U23 CONFERENZA STAMPA - A pochi istanti dalla conclusione della vittoriosa sfida dello stadio Gavagnin-Nocini contro la Virtus Verona, il tecnico nerazzurro Stefano Vecchi ha commentato in conferenza stampa l'esito dell'incontro. Di seguito le sue dichiarazioni raccolte in diretta da Nerazzurrisiamonoi.it.

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Virtus Verona Inter U23, le parole di mister Vecchi in conferenza stampa

L'impressione è che la squadra abbia saputo gestire con maggiore efficacia il ritmo e i vari momenti della partita. Avete percepito questo miglioramento?

"Sicuramente sì. Già contro il Lecco siamo stati più equilibrati e meno esuberanti. Oggi la vittoria è un premio alla buona gestione della seconda frazione per quanto riguarda il possesso palla. Dobbiamo comunque migliorare su alcuni aspetti. In particolare abbiamo preso il gol del vantaggio con una rete incassata su calcio d'angolo come successo nella scorsa partita: siamo stati ingenui. Bisogna migliorare questi aspetti. La categoria è molto particolare e su questo campo non è mai facile. Siamo molto contenti per la prima vittoria in questo campionato".

Agbonifo è stato uno dei migliori della squadra interista. La sua sostituzione è una scelta tattica oppure un'esigenza dovuta ad infortuni?

"Probabilmente sarebbe stato sostituito più in là ma è stato necessario ricorrere al cambio perché aveva i crampi. Come giocatore mi piace molto ma ha bisogno di lavorare perché deve trovare continuità. Ha tanti strappi e ha qualità. Per lui era la prima gara dall'inizio ma può fare bene".

Il suo è un ruolo scomodissimo perché deve preparare questi ragazzi all'ingresso in prima squadra. Come vive questa posizione?

"Sono abbastanza rodato perché sono stato qui quattro anni a lavorare con la Primavera. Tuttavia, la principale differenza tra i campionati giovanili e il campionato di Serie C è che quest'ultimo è molto più impegnativo. Nelle giovanili potevi permetterti più pazienza e più tranquillità nella gestione dell'allenamento. Qui invece bisogna già lavorare per il risultato e bisogna coniugare il fatto di dover lavorare con dei ragazzi giovani con l'ottenimento dei risultati. Abbiamo anche uno staff importante e una società che sta mettendo tutto a disposizione di questi ragazzi che obbiettivamente non sono pronti per il grande salto in prima squadra. Dobbiamo affrontare un percorso tutti insieme e speriamo di portarne più di uno nella squadra A".

Il suo ruolo è ulteriormente complesso perché sopra di lei c'è un qualcosa di grande che è l'Inter e, allo stesso modo, ha la responsabilità di trovare giovani che abbiano caratteristiche che li rendano idonei al grande salto. Che ne pensa?

"Questo è un po' il recente problema del calcio italiano, ovvero quello di riuscire a proporre dei giocatori più pronti per le prime squadre. Per squadre come la Beneamata è più complicato perché stiamo parlando di un top team a livello mondiale. Io mi sento disposto ad assolvere questo compito e se sono tornato in nerazzurro dopo tanti anni è perché so di avere a che fare con le persone giuste e so come devo lavorare. Io sono contento di questa vittoria perché è un premio a questi giovani che lavorano tantissimo a dispetto della diceria che i giovani non vogliono faticare. Tuttavia è importante che ci mettano anche la testa e la volontà di superare i loro limiti. Chi capisce di dover fare questo passaggio, potrà scalare di livello. Altrimenti, si dovrà fermare".

Qual è secondo lei la chiave di volta di questo campionato?

"Più che andare sul singolo episodio o sulla singola gara dobbiamo ragionare sul percorso soprattutto per i ragazzi che abbiamo. Bisogna pensare giorno per giorno. Poi potremmo cercare di replicare quanto fatto dalla Juventus Next Gen o dall'Atalanta U23 che sono costantemente squadre fastidiose. Noi invece siamo ancora in costruzione e io per primo devo imparare a conoscere i ragazzi. Quindi non penso che ci sia un punto di svolta specifico: bisogna lavorare sul percorso".

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