Shakhtar Donetsk-Inter, numeri e statistiche dello 0-0 in Ucraina

28 Ottobre 2020
- di
Redazione NR
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SHAKHTAR DONETSK-INTER - Imparare dai propri errori, farne tesoro: spesso la ricetta giusta se non per trionfare, quantomeno per non fallire di nuovo. Lo Shakhtar Donetsk che ha imposto lo 0-0 all'Inter in Champions League ha evidentemente corretto il tiro dopo il 5-0 patito lo scorso agosto nella semifinale di Europa League. E la squadra di Castro si è presentata a Kiev consapevole delle proprie qualità e degli errori da non commettere appunto. Il primo, fondamentale, quello di non perdere palloni nella propria metà campo, come si evidenzia sul sito ufficiale.

Shakhtar Donetsk-Inter, curiosità

Lì, con un'aggressione scientifica, l'Inter aveva distrutto le certezze degli ucraini. Che allo Stadio Olimpico di Kiev hanno badato soprattutto a difendersi: due linee - difesa e centrocampo - strettissime, con la squadra in 30 metri pronta ad assorbire la proposta offensiva nerazzurra. L'Inter ha avuto così di fronte una doppia barriera, molto fitta, per tutto il match: aggirarla è stato l'obiettivo di quasi tutto il match. E soprattutto nel primo tempo la squadra di Conte ci è riuscita, con continuità di gioco e idee che hanno messo in difficoltà la retroguardia ucraina.

Numeri

Le strategie che hanno funzionato sono state quelle di trovare gli esterni alle spalle dei terzini e di proporre inserimenti verticali di Barella e D'Ambrosio, che hanno spesso fatto perdere i riferimenti e le distanze alla linea difensiva dello Shakhtar. Lukaku e Lautaro hanno lavorato a fondo come sempre. Le statistiche assomigliano a quelle del match con il Genoa, con Handanovic praticamente mai chiamato in causa: il secondo clean sheet consecutivo racconta di 12 tiri a 4 per l'Inter, ma solo uno degli ucraini nello specchio nerazzurro. L'Inter ha macinato tanto gioco, con il 59% di possesso contro una squadra che fa del palleggio in velocità una delle sue armi. Le fasce sono state sollecitate come sempre in maniera costante: 19 i cross proposti dai nerazzurri (con Young e Hakimi molto coinvolti).

Singoli

A dirigere le danze è stato Marcelo Brozovic, autentico faro di tutte le azioni nerazzurre: il croato ha giocato ben 116 palloni, disegnando 69 passaggi nella metà campo avversaria. Sono state le sue imbeccate verticali, spesso, ad attivare le punte o a dettare gli inserimenti dei compagni. Se all'Inter è mancato il gol, come detto non sono mancate le occasioni. La traversa colpita da Barella - con la solita prova generosissima - ancora trema, come anche quella di Romelu Lukaku. L'attaccante belga ha catalizzato diverse occasioni da gol: la punizione con cui ha costretto il portiere alla deviazione miracolosa sulla traversa appunto, ma anche il colpo di testa ravvicinato e l'occasione in cui è finito giù nell'area piccola. Lo sforzo generale dell'Inter è stato alto, il premio del gol e dei tre punti non è arrivato: ma mentalità, proposta di gioco e prestazione non sono mancate.

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