Il padre di Samardzic: "L'Inter trattava solo con la Pimenta"

22 Agosto 2023
- di
Vincenzo Zurzolo
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Tempo di lettura: 3 minuti

SAMARDZIC INTER - Il padre di Lazar Samardzic, Mladen, intervenuto ai microfoni di Sportitalia, ha raccontato la sua verità sulla fine della trattativa con l'Inter, con riferimenti in particolare all'agente Rafaela Pimenta.

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Il padre di Samardzic spiega cos'è successo con l'Inter

"I nerazzurri hanno fatto un errore: fare tutta la trattativa e chiuderla l'affare con una persona che non aveva il permesso di farlo. La Pimenta? Certo, lei. L'ho vista una sola volta in vita mia. Non so come abbia fatto a infilarsi in questa cosa, la trattativa era tra Udinese e Inter. Dopo ci siamo trovati lei in mezzo, che voleva chiudere l'affare senza il nostro permesso. Quando ho ricevuto la bozza del contratto dell'Inter e abbiamo visto che c'era lei come intermediaria e rappresentante di Lazar, abbiamo chiesto che fosse cambiato. Abbiamo chiesto di parlare direttamente con l'Inter, di avere un incontro con loro e cambiare questo aspetto; loro non hanno più voluto fare l'operazione così, sostenevano che l'agente di Lazar fosse lei".

Le mancate risposte dell'Inter

"Li abbiamo chiamati. Abbiamo anche scritto una mail. Nessuna risposta, per l'Inter era finito tutto, volevano trattare solo con la Pimenta. Avevano trovato l'accordo con lei, ma non con noi. Lei non ha alcun permesso da parte nostra: aveva fatto l'operazione con l'Inter perché ovviamente ha tanti giocatori lì, ha un buon rapporto con il club, ma non c'era alcun accordo con noi, né un'autorizzazione".

L'incontro con Marotta e Ausilio

"Ci siamo visti quel venerdì (11 agosto, ndr) a Milano, ho spiegato a loro tutto. Gli ho detto che non c'era nessun permesso per la Pimenta di parlare a nome di Lazar. Non hanno voluto parlare più di niente, erano molto arrabbiati, continuavano a dire che lei fosse l'agente. Potete controllare ovunque, anche su Internet, la Pimenta non è mai stata l'agente di mio figlio. Il 'problema di comunicazione' è stato solo questo, mio figlio voleva andare all'Inter, l'Udinese voleva venderlo all'Inter e l'Inter voleva prenderlo. Era tutto ok, se non fosse stato per questo 'problema di comunicazione'".

Soldi o commissioni

"Non abbiamo mai parlato di soldi con l'Inter. Non abbiamo mai contrattato nulla, non ne abbiamo avuto l'opportunità perché quando ho spiegato che la Pimenta non fosse l'agente, per l'Inter automaticamente era chiuso tutto e non erano più interessati, non si sa perché pensavano fosse la Pimenta l'agente. Ho detto: 'Scusate mi dispiace ma c'è un errore, se voi avete prove su questa cosa ok, ma visto che non le avete non è colpa nostra'. Mi dispiace, abbiamo dimostrato di voler andare all'Inter, non abbiamo mai parlato di soldi".

Cosa rimproverarsi sulla trattativa

"Nulla, non abbiamo avuto la possibilità di fare nulla. Ho chiesto ad Ausilio dove avrei sbagliato, di dirmelo. Mi ha risposto che non sapeva chi fossero gli agenti. Così ho ribattuto: 'Non è colpa mia, potevi chiedere'. A quel punto sono stato io a dire: 'Vogliamo vedere i contratti, vogliamo vedere l'offerta con email scritta e non solo al telefono. Vogliamo vedere l'ingaggio, i bonus'. Invece non abbiamo visto niente di scritto, nessun documento. Loro avevano mandato tutto alla Pimenta, avevano sbagliato. La prima volta che sono andato all'ufficio dell'Inter ho detto ad Ausilio: 'Guarda, non ho visto nessun contratto finora, nessun'offerta'. Allora lui me la stampa e gli dico: 'Ecco, ora è la prima volta che vedo questi numeri'. Lì è finito tutto, ha detto di non avere più niente di cui discutere, che l'Inter ha 150 anni di storia, che ha fatto la finale di Champions... E gli ho risposto: 'Certo, hai ragione, ma c'è stato un problema di comunicazione, mi dispiace'".

Sul comportamento dell'Inter

"Non lo so. Non ho esperienza in questi affari, sono un padre che vuole il meglio per suo figlio. A Udine gioca, ama il calcio; vuole migliorarsi e giocare un giorno la Champions, ma sarà possibile se crescerà, giocando sempre meglio per l'Udinese. Non ci importa dei soldi; se li volevamo, potevamo andare in Arabia Saudita. Vogliamo una carriera e l'Inter era una buona soluzione, ma sinceramente... Non è stato possibile fare l'operazione. Magari con un'altra società, la prossima volta. Non ci pentiamo di nulla, non avrei potuto fare nient'altro, l'Inter non voleva parlare con noi. La stessa cosa l'ho detta a Pozzo, a Udine, ha capito la situazione. Questa è la verità, poi i giornalisti, che hanno buoni rapporti con l'Inter, scrivono un'unica versione, ma la verità non è quella. Non importa: mio figlio è contento a Udine, se rimarremo qui saremo felici, non c'è problema".

Sulla presenza di un'altra squadra dietro l'Inter

"Non è proprio vero, non abbiamo nessuna squadra. Non abbiamo fretta per il futuro: Lazar ha 21 anni, c'è tanto tempo. Già con la Juventus è entrato bene, ha dimostrato di essere concentrato. È maturo, ha la testa sulle spalle, non vuole tradire i tifosi dell'Udinese e la società che l'ha portato in Italia e lo sta facendo crescere. Per questo era importante raccontare la verità; i grandi club hanno una comunicazione potente e noi no, però non può passare all'opinione pubblica una ricostruzione falsa e sbagliata e che ci danneggiava".

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