PSG INTER CHAMPIONS LEAGUE FINALE - Analizziamo insieme alcuni confronti proposti da La Gazzetta dello Sport in vista della finale di Champions League tra PSG ed Inter.
Una delle principali chiavi tattiche della sfida potrebbe essere l'incisività dei rispettivi esterni, molto diversi in quanto a caratteristiche e abilità. Il primo fondamentale duello sarà tra Hakimi e Dimarco: da un lato l'esplosività, la corsa, la forza fisica e la progressione in velocità che ha sempre distinto il trenino marocchino; dall'altra, il terzino interista potrà riservarsi la canonica predisposizione al cross e ai cambi gioco, oltreché alle buone capacità balistiche e di inserimento (comuni anche allo speculare avversario in forza ai parigini). Purtroppo per il milanese, un punto cruciale potrebbe essere la tenuta fisica, fattore sul quale ha spesso palesato problematici limiti e che fa da contraltare alla grande atleticità - anche sulla lunga distanza - del collega ex Borussia Dortmund. Starà dunque a mister Inzaghi contingentare le forze dell'ex Verona in vista di un duello che si preannuncia sfiancante.
SEGUI NERAZZURRISIAMONOI.IT SU FACEBOOK
Più complesso sarà invece il compito di Dumfries. Se da un lato il duello con Nuno Mendes, sia per fisicità che per tecnica e capacità di spinta, si profila complessivamente equilibrato, il grande cruccio dell'esterno olandese sarà non perdere di vista le sgroppate e i dribbling di Kvaratskhelia. Il doppio compito dell'ex PSV potrebbe parzialmente limitare le sue incursioni verso la porta transalpina, ragion per cui sarà fondamentale l'apporto di Pavard in fase di raddoppio e di sovrapposizione ogni qualvolta i capitolini tenteranno una sortita offensiva.
Sulla linea di centrocampo si preannuncia un doppio confronto che si preannuncia scoppiettante. Il primo vis a vis si avrà tra Fabian Ruiz e Barella: lo spagnolo è longilineo, elegante nei movimenti, molto verticale ma meno mobile ed esplosivo; di conseguenza, la corsa, il fiato e la tarantolata frenesia del motorino sardo potrebbero risultare l'arma giusta per arginare le geometrie di un centrocampista geometrico e fantasioso come l'ex Napoli, il quale potrebbe comunque patire qualcosina in fase di contenimento e di interdizione. Infine, risulterà fonte di grande curiosità la "querelle" tra l'esperienza dello stagionato Mkhitaryan e l'estro giovanile di Neves: il giovane portoghese ha tackle, piedi educati e tanto senso di posizione ma forse meno corsa e meno intelligenza - o meglio, esperienza - tattica e di adattamento rispetto all'armeno. A causa di queste peculiarità, il confronto potrebbe progressivamente livellarsi, ma forse il classe 1989 può avere una marcia in più.