PAVARD BAYERN MONCACO INTER INTERVISTA - Benjamin Pavard si è subito calato nella realtà nerazzurra con la mentalità di chi ha già vinto tutto. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il difensore francese ha parlato della sua esperienza all’Inter, del legame con il Bayern Monaco e delle sfide che attendono la squadra di Simone Inzaghi. Con una carriera segnata dal trionfo in Bundesliga e dalla vittoria della Champions League, Pavard non ha dubbi sulla grandezza del club nerazzurro e sull'importanza del calore dei tifosi. Tra ambizioni di Triplete, l’ammirazione per il tecnico Inzaghi e la consapevolezza delle difficoltà della stagione, l’ex Bayern si dice pronto a lottare per portare nuovi trofei a San Siro.
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"Molto, ho tanti amici, da Coman a Upamecano a Raphael Guerreiro. Olise è arrivato da poco, ma attenzione: è fortissimo. Lì sono diventato grande in 4 anni meravigliosi e ho vinto tutto, ma ora difendo il nerazzurro. Sarà equilibratissima, 50 e 50, e vincerà chi difenderà meglio. Loro amano il possesso e ti attaccano con qualità sugli esterni, da Gnabry a Sané. Noi dovremo essere lucidi con la palla e preparati a resistere: ci saranno momenti di sofferenza, ma avremo occasioni.
Respiri storia, organizzazione, vittoria e solidità. Ma l’Inter è un club altrettanto grande e l’amore del suo popolo non ha limiti. Non esiste niente come San Siro pieno, mi piacerebbe ripetere la festa dell’anno scorso per tanti altri trofei. Un anno e mezzo dopo “Benji l’interista” è.… ancora più interista".
"Era dura anche l’anno scorso… Ora ci sono avversari fortissimi, come Napoli e Atalanta, e confermarsi è difficile. Abbiamo perso punti, ma siamo dove volevamo stare: in corsa su tutto e avanti in campionato. Quel +3 a Bergamo, dove avevo lasciato un ginocchio un anno fa, è stato importante: non è facile non prendere gol là
Può sembrare banale, ma nel calcio tutto è possibile, anche il Triplete. Bisogna mantenere questo spirito fino alla fine e poi si vedrà. Io sono fiducioso, in allenamento si spinge al massimo. Di certo, non rinuncio a niente, non ne ho mai abbastanza di vincere".
"No, Inzaghi è molto empatico, ci sta vicino e parla continuamente con tutti: chi inizia, chi entra, chi rimane in panchina. Siamo tutti coinvolti. Poi non lascia niente al caso e non prende nulla alla leggera. I suoi risultati non sono casuali e nascono dal gioco: è anche per lui che sono venuto qua, volevo divertirmi con una squadra competitiva e.… bella".