INTER PAOLILLO CESSIONE - L'ex amministratore delegato dell'Inter, Ernesto Paolillo, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb. Dalle sue dichiarazioni pare evidente un punto fondamentale: secondo l'ex ad, l'Inter verrà venduta.
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"Che sia possibile assolutamente sì, lo dicono varie cose. In primis il dovere dell'attuale proprietà di trovare una soluzione al debito, che fra l'altro è in scadenza, o lo rimborsa o lo rinnova. Per questo c'è anche l'ipotesi cessione. E poi - e lo dice anche un po' il disimpegno che sembra esserci da parte nella proprietà - dalla mancanza di nuovi investimenti e di iniziative che facciano pensare a un nuovo futuro".
"Ecco perché è probabile una cessione. Il passivo lo conosciamo tutti, ma c'è anche un valore patrimoniale dei giocatori, c'è anche l'attivo. Vendere i giocatori per risanare le casse? Vale per qualsiasi squadra di calcio, il patrimonio attivo dell'azienda è dato dal monte giocatori, proprio per come funziona il settore".
"È più probabile una cessione piuttosto che questo scenario, perché alla fine vuol dire andare in pari, più o meno, nella migliore delle ipotesi. Altrimenti lascia la società in mano ai creditori e non è la soluzione più appetibile".
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"Sì, però non è che si può vendere tutta la rosa. Con cosa fa il campionato, come si fanno le competizioni? Il fatto di avere determinati giocatori permette competizioni ad alto livello, attrae sponsor. Quando si comprano club di calcio si tiene conto del valore della rosa, ma facendo i calcoli su chi potere vendere e come poter imbastire queste operazioni".
"Il ragionamento fila ed è perfetto. Ripeto però che la mia preoccupazione è quella di temere che il mondo arabo, pur avendo le possibilità di un'operazione del genere, esiti per una questione di immagine. Le incertezze dell'area... I soli interessati possono arrivare dal Medio Oriente o dagli Stati Uniti, dove c'è una mentalità di investimento nel calcio marcata e non sperimentata. Non vedo in questo momento interessi europei o asiatici. Le vicende politiche non aiutano, certo".
"Sì, credo che sia anche per questo. C'è una delicatezza particolare nel lanciare dei messaggi. Per ora il messaggio di acquistare una squadra di calcio e non pensare ai problemi sarebbe un autogol. Questi paesi sanno bene qual è il valore dell'immagine, proprio perché attraverso il calcio vogliono crearsela".