Inter, Paolillo: "Debiti? È per questo che credo che Zhang venderà"

16 Ottobre 2023
- di
Redazione NR
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Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato Inter
Tempo di lettura: 2 minuti

INTER PAOLILLO CESSIONE - L'ex amministratore delegato dell'Inter, Ernesto Paolillo, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb. Dalle sue dichiarazioni pare evidente un punto fondamentale: secondo l'ex ad, l'Inter verrà venduta.

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Paolillo: "Più indizi portano a pensare ad una cessione imminente dell'Inter"

Sulla probabilità di vedere l'Inter ceduta

"Che sia possibile assolutamente sì, lo dicono varie cose. In primis il dovere dell'attuale proprietà di trovare una soluzione al debito, che fra l'altro è in scadenza, o lo rimborsa o lo rinnova. Per questo c'è anche l'ipotesi cessione. E poi - e lo dice anche un po' il disimpegno che sembra esserci da parte nella proprietà - dalla mancanza di nuovi investimenti e di iniziative che facciano pensare a un nuovo futuro".

Sui debiti e gli interessi con Oaktree che si aggirano attorno ai 370 milioni di euro

"Ecco perché è probabile una cessione. Il passivo lo conosciamo tutti, ma c'è anche un valore patrimoniale dei giocatori, c'è anche l'attivo. Vendere i giocatori per risanare le casse? Vale per qualsiasi squadra di calcio, il patrimonio attivo dell'azienda è dato dal monte giocatori, proprio per come funziona il settore".

Zhang farà scadere il debito?

"È più probabile una cessione piuttosto che questo scenario, perché alla fine vuol dire andare in pari, più o meno, nella migliore delle ipotesi. Altrimenti lascia la società in mano ai creditori e non è la soluzione più appetibile".

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Se fra debiti e bond si superasse il miliardo si dovrebbero vendere i giocatori a gennaio...

"Sì, però non è che si può vendere tutta la rosa. Con cosa fa il campionato, come si fanno le competizioni? Il fatto di avere determinati giocatori permette competizioni ad alto livello, attrae sponsor. Quando si comprano club di calcio si tiene conto del valore della rosa, ma facendo i calcoli su chi potere vendere e come poter imbastire queste operazioni".

Sull'accoppiata Zilliacus e Al-Thani: come mai pensare a questa coppia quando quest'ultimo aveva offerto 6,5 miliardi per comprare lo United in proprio?

"Il ragionamento fila ed è perfetto. Ripeto però che la mia preoccupazione è quella di temere che il mondo arabo, pur avendo le possibilità di un'operazione del genere, esiti per una questione di immagine. Le incertezze dell'area... I soli interessati possono arrivare dal Medio Oriente o dagli Stati Uniti, dove c'è una mentalità di investimento nel calcio marcata e non sperimentata. Non vedo in questo momento interessi europei o asiatici. Le vicende politiche non aiutano, certo".

Lo stop alle trattative per lo United è dovuto anche a questo?

"Sì, credo che sia anche per questo. C'è una delicatezza particolare nel lanciare dei messaggi. Per ora il messaggio di acquistare una squadra di calcio e non pensare ai problemi sarebbe un autogol. Questi paesi sanno bene qual è il valore dell'immagine, proprio perché attraverso il calcio vogliono crearsela".

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