MKHITARYAN INTER FESTIVAL DELLO SPORT - Il centrocampista dell'Inter Henrikh Mkhitaryan ha preso la parola dal palco del Teatro Sociale di Trento durante il Festival dello Sport 2025. Ecco di seguito alcuni dei passaggi principali del suo intervento.
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Il retroscena sul Milan prima del passaggio alla Roma
"Tutto iniziò ad agosto, nel 2019. Mino mi disse che dovevamo cambiare perché non ero felice. Mi chiese se preferivo Milan o Roma. E io non sapevo cosa scegliere. Il Milan si è concentrato su Tyson dello Shakhtar, ci sarei arrivato se non fosse arrivato lui. Allora dissi a Mino che preferivo andare alla Roma. Per 5 giorni non ho più avuto novità. Poi arrivammo al 30 agosto, si giocava il derby Arsenal-Tottenham. Mezz'ora prima della riunione tecnica Mino mi disse: 'Cosa fai?'. E io: 'Vado a giocare'. E lui: 'Ah va bene, ma subito dopo la partita hai il volo per Roma, dobbiamo firmare il contratto'. C'era il volo da Londra alle 7 di mattina. All'aeroporto una guardia mi chiese: 'Hai firmato? Sono romanista'. Da lì è nato il mio rapporto con la Roma".
Il trasferimento all'Inter
"Tutto è iniziato dopo il secondo anno a Roma. Ricevetti una chiamata da Ausilio, mi disse che mi voleva all'Inter. A me andava bene, ma volevo che si chiudesse entro il 31 maggio, perché avevo l'opzione di rinnovo. Lui mi disse che doveva prima vendere due giocatori. Io non volevo aspettare senza sapere. Non ci siamo più sentiti. Dopo la terza stagione parlavo di rinnovo con Tiago Pinto. Lui sapeva che volevo chiudere la carriera a Roma. Magari non mi hanno capito o non mi credevano, volevano fare tutto a modo loro. E allora ho detto di no: 'Per me l'importante è sentirmi importante per voi'. offrivano un contratto di un anno più opzione. Giocammo poi contro l'Inter e io segnai a San Siro. Ausilio mi richiama e mi dice che a quel punto erano sicuri e che Simone Inzaghi mi voleva. Dovevamo ancora giocare la finale di Conference League, ma dissi di sì perché la Roma non era stata molto chiara con me. Mourinho in questo caso non sapeva niente secondo me, o magari a lui dicevano che era tutto a posto. L'allenatore mi voleva, ma al contempo sapevo che Mourinho non poteva rimanere tutta la vita a Roma. Così decisi di andarmene. Mourinho sapendo che non avrei rinnovato si è messo a litigare con Tiago Pinto. Mi disse: 'Parla con me, non con lui così facciamo le cose per bene'. Ma gli dissi che era già troppo tardi".
Più orgoglio o più rammarico per la scorsa stagione?
"Dalla prima giornata non puoi arrivare alla finale di Champions senza fare niente. C'è orgoglio per il percorso fatto che non è stato facile. C'è pure il rimpianto che dopo una stagione di 9 mesi non riesci a vincere qualcosa. Siamo abituati a vincere trofei e non siamo riusciti a vincerne nessuno".
Con Chivu stai giocando meno ma ne parli sempre benissimo
"Non posso dimenticare che ho 36 anni e che fra poco ne avrò 37. Voglio aiutare la squadra, però devo anche capire le scelte dell'allenatore. Sono pronto ad aiutare la squadra magari facendo una partita a settimana, non tutti. Se ne avessi avuti 23 o 24 di anni, magari l'avrei affrontata in modo diverso. Vedo un allenatore che vuole crescere, imparare ogni giorno e che per me ha un grande futuro".