Akanji: “Felice all’Inter, il calcio italiano mi si addice”

17 Novembre 2025
- di
Redazione NR
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Manuel Akanji I Inter
Tempo di lettura: 3 minuti

In una recente intervista con Luzerner Zeitung, il difensore centrale dell’Inter Manuel Akanji ha ripercorso i suoi primi mesi in nerazzurro. L’ex Manchester City si è detto soddisfatto del proprio percorso in Serie A, evidenziando quanto il gioco tattico italiano stia valorizzando le sue caratteristiche difensive. Akanji ha anche raccontato del suo ambientamento a Milano, del legame con il portiere Yann Sommer e delle ambizioni personali per il futuro.

L’esperienza di Manuel Akanji all’Inter

Gli obiettivi personali

“Hai bisogno di obiettivi per arrivare dove vuoi. Ho commesso molti errori da bambino, ma sono ancora dove sono oggi. Bisogna commettere certi errori per imparare da essi, purché non siano troppo disastrosi. Per me, da bambino, però, la cosa più importante era che mi piacesse quello che facevo. E mi piace ancora molto oggi”.

L’adattamento e il trasferimento a Milano

“All’inizio ci siamo trasferiti da un hotel all’altro, poi in due Airbnb e, temporaneamente, in un appartamento. Siamo nella nostra casa definitiva da dieci giorni. Il trasloco è stata la parte più difficile per i nostri tre figli, e dobbiamo anche trovare loro una nuova scuola. Ci sono ancora molte cose da sistemare, ma sta andando tutto molto bene. Anche se tutto è successo così in fretta, sono comunque riuscito a salutare il Manchester City più tardi. Ho organizzato una cena per i giocatori e sono venuti quasi tutti”.

L’esperienza in Serie A e la voglia di restare

“Mi sono ambientato bene, il che è naturalmente più facile perché sto giocando. Le cose stanno andando bene, siamo finalmente in testa alla classifica e sarei felice di rimanerci. Il calcio in Italia è diverso da quello in Inghilterra. La Serie A è meno fisica della Premier League. Molte squadre italiane giocano con un 3-5-2 o qualcosa di simile, ci sono meno esterni veloci. Il gioco è anche più controllato e prevede più cross dalle fasce al centro. Questo mi si addice, e penso che le mie prestazioni finora siano state buone. Chissà cosa succederà la prossima estate? Per come stanno le cose, però, mi piacerebbe molto rimanere all’Inter dopo la fine del prestito”.

Il rapporto con Yann Sommer

“Mia moglie era a casa dei Sommer mercoledì sera. Ho un ottimo rapporto con Yann, proprio come con la nazionale; passiamo molto tempo insieme. All’inizio, quando non avevo la macchina in Italia, mi ha dato un passaggio all’allenamento. Viviamo a pochi minuti a piedi l’uno dall’altro. Mi chiede spesso della nazionale e dei miei compagni; è ancora molto interessato a tutto questo. Ma non ho la sensazione che Yann si penta di essersi ritirato dalla nazionale: si sta anche godendo il tempo libero che ha ora”.

La Svizzera e l’obiettivo Mondiale

“Il mio ruolo non è cambiato molto; avevo voce in capitolo anche prima di diventare vice-capitano. Ma non si tratta di me, ma di noi come squadra. Certo, se c’è qualcosa che deve essere cambiato, o se Granit Xhaka e io sentiamo di dover affrontare qualcosa, allora lo faremo. Ma alla fine, dobbiamo collaborare tutti. Mi piacerebbe partecipare al mio terzo Mondiale; spero che accada. Ho già giocato in Champions League con diverse squadre, ma un torneo importante è qualcosa di più grande perché senti il ​​sostegno di tutto il Paese."

L’opinione sulle partite all’estero

“In definitiva, sono solo un giocatore. Ma non sono un grande fan di una partita di Serie A giocata in Australia. Viaggiamo già molto, soprattutto quando giochi a livello internazionale. L’Australia è molto lontana, in più c’è il jet lag e il fuso orario. Preferirei giocare nel mio Paese, anche se capisco che il campionato voglia allargare il suo raggio d’azione e espandersi a livello internazionale. Per quanto riguarda la Coppa del Mondo, credo che ci sia un motivo per cui finora ci sono state solo 32 squadre. Se ce ne saranno di più, la qualità diminuirà un po’. Lo abbiamo visto anche in Champions League”.

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