LEPORE – Giandomenico Lepore, ex capo della Procura della Repubblica di Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Ha detto la sua sul caso Juventus-Napoli ma anche su quanto successo nel lontano 2006, con lo scandalo di Calciopoli.
“Vanto un merito, consapevole o inconsapevole, volente o nolente, quello di aver mandato la Juventus in Serie B. Volevamo rifondare il calcio corrotto. Quell’indagine doveva colpire tutte le squadre, compresa il Napoli che poteva essere coinvolto, la seconda squadra che doveva essere esaminata l’Inter, ma L’Espresso pubblicò le intercettazioni ed i telefoni iniziarono a tacere, fu un modo di fermare, volevano evitare che si indagasse su tutto il calcio. Se avessimo fatto 10 anni di intercettazione e non 2, forse la Juve si sarebbe vista revocata altrettanti scudetti. Questione Juventus-Napoli? Il protocollo Figc mi sembra esagerato e sbagliato, ma questo stesso protocollo ha una clausola dove parla di interventi di autorità statali e locali. Allora, se la Asl di Napoli è intervenuta, di fatto, dovrebbe essere automatico il rinvio per la prevalenza del provvedimento della salute pubblica sul protocollo. La Juventus, se c’era come presidente Gianni Agnelli, non avrebbe perso l’occasione di accordarsi per il rinvio della gara. Salvaguardava anche gli interessi della Juventus stessa: ha ragione il presidente De Luca, perché salvaguardava la stessa Juventus. 3-0 a tavolino? Se il Napoli fa ricorso, ovviamente vince. C’è ancora tanto da fare per pulire il calcio italiano”.