LIVE - Lautaro Martinez ospite a "Che tempo che fa"

5 Maggio 2024
- di
Francesco Alessandro Balducci
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Hakan Calhanoglu e Lautaro Martinez esultano
Tempo di lettura: 3 minuti

LAUTARO MARTINEZ INTERVISTA - Nell'edizione odierna della trasmissione "Che tempo che fa", in onda sul NOVE, sono arrivate le parole di Lautaro Martinez, capitano dell'Inter fresca di scudetto. Il racconta al noto conduttore televisivo Fabio Fazio, esponendo temi importanti non solo attinenti alla stagione attuale, ma anche al suo passato.

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Le parole di Lautaro Martinez

"Prima volta che vengo in uno studio come questo, sono molto emozionato"

"Due anni fa siamo andati vicino alla vittoria dello scudetto. Abbiamo lavorato tantissimo per migliorarci, quindi dopo tanto sforzo, tanto lavoro e tanti sacrifici abbiamo vinto finalmente"

"Non sorrido quasi mai, lo dice anche mia moglie".

"Dal momento abbiamo iniziato a fare i calcoli per vincere lo scudetto il giorno del derby, per noi è diventato una cosa importante, speciale. Vincere la seconda stella nel modo in cui lo abbiamo fatto, contro il Milan e in casa del Milan, per noi è stata una cosa meravigliosa, che non era mai successa nella storia. Ci è capitato a noi e l'abbiamo sfruttata. Siamo entrati nella storia di questo grande club e per noi è una cosa importantissima. La mattina del derby ci siamo allenati sotto la pioggia per circa un'ora e mezza perchè noi siamo abituati a svegliarci presto e lavorare lo stesso".

"Ho sentito tutti i parenti e amici in Argentina, perchè la mia vita è lì. Due anni fa abbiamo sofferto tanto quando ha vinto il Milan, quindi per noi è stato un giorno particolare, speciale, che non dimenticheremo mai".

"Quando giocavo in Argentina facevo il trequartista e giocavo in maniera diversa. Ora all'Inter il modulo cambia costantemente, però quando ho iniziato a giocare i compagni in Argentina mi hanno iniziato a chiamare Toro per la forza fisica che avevo, quando giocavo".

"L'anno scorso abbiamo fatto un percorso in Champions League che per noi è stato fondamentale. Arrivare in finale in Champions è stato molto difficile ed è stato importantissimo. Noi abbiamo fatto sin dal girone partite importanti, contro squadre forti e siamo arrivati in finale. Non è qualcosa di così facile".

"Il gol più importante che ho fatto è stato sicuramente quello in semifinale di Champions League contro il Milan, per quello che significava, perchè ci ha permesso di vincere un derby e di arrivare in finale".

"Milito è stato una figura importantissima per me. Io ho esordito a 18 anni e giocare in un club e in uno stadio come quello del Racing non è facile. Lui mi è stato accanto e mi ha aiutato tantissimo, ci sentiamo ancora oggi, che sono all'Inter proprio come lui".

"Quando l'Inter è venuta a prendermi in Argentina, io giocavo al Racing già con il numero 10. Sapevo che qui all'Inter forse forse sarebbe stato libero e quindi ho chiesto se potevo prenderlo. Zanetti e Ausilio mi hanno detto "Vediamo" e poi quando sono arrivato mi hanno dato il 10".

"Non ho mai conosciuto Maradona, ma conosco quello che è stato il suo procuratore Coppola. Sono grande amico di Messi e quando lo vedi in allenamento a volte sembra che fa un altro sport. Ogni volta ha una cosa nuova da fare, ci fa vedere sempre qualcosa di nuovo. Lui è un animale da competizione".

"Non ho mai incontrato Papa Francesco, ma so che è un grande tifoso del calcio e tifa la nostra nazionale. Sarei molto orgoglioso di andare a trovarlo, con i figli e con mia moglie".

"Sono cresciuto in mezzo al calcio. Mio padre era calciatore e nel frattempo faceva anche l'infermiere, mia nonna è stata una delle prime calciatrici della storia. Io ho seguito mio padre, che ha fatto il professionista per tre anni, ma ha giocato sempre a livello di Bahia Blanca. Però mi ha trasmesso i valori, la disciplina dello sport. Non è mai stato un papà oppressivo, che mi diceva "devi fare questo, questo, questo". Lui mi ha dato dei consigli quando glielo chiedevo, ma ha sempre rispettato tutti: mio fratello maggiore gioca a calcio, quello minore gioca a basket. Ora io dovrò fare la stessa cosa coi miei due figli, per farli crescere bene e senza fargli mancare niente".

"Ho iniziato a giocare nella squadra della mia città, il Linieres. Il giorno dell'esordio avevo una capigliatura strana perchè era tradizione per tutti quelli che esordivano, che il capitano avrebbe tagliato male i capelli a chi esordiva".

"Da quando sono arrivato l'Inter tutti mi hanno trattato benissimo, dai compagni ai tifosi ed io sono grato a loro per questo. Poi io dico sempre che nel calcio non si sa mai quello che succede, ma io a Milano sto benissimo, ho volontà di rinnovare con l'Inter, quindi speriamo che si possa chiudere questa cosa".

"I figli cambiano tutto, è come se nasci una seconda volta. Sono il motore di ogni giornata e ogni cosa che facciamo ora, la facciamo per loro".

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