La posizione della Curva Nord: "Come si fa a pensare che possa ripartire il calcio? È il momento del lutto e del silenzio"

13 Maggio 2020
- di
Arianna Botticelli
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INTER CURVA NORD - Mentre tra gli organi competenti si discute sulla ripresa o meno del campionato, la Curva Nord dell'Inter si schiera contro la ripresa della Serie A. Questa la posizione della tifoseria della nerazzurra in una lettera pubblicata sulla pagina Facebook "L'Urlo della Nord": "È il momento del lutto e del silenzio. O almeno così dovrebbe essere. Milano piange i suoi morti. La Lombardia e l’Italia intera sono in ginocchio e la vita di tutti noi è segnata da un presente devastante e da un futuro incerto. Abbiamo fino ad ora reputato che lo strumento più forte in nostro possesso fosse quello di esporci attraverso un impegno sociale- mai prima come adesso- necessario. Campionato sì, campionato no. Stadi pieni, stadi vuoti. Chissenefrega. Non può essere una diatriba e nemmeno un qualcosa su cui riflettere".

Inter, la Curva Nord contro la ripresa del campionato

"𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘪 𝘧𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘢 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘢 𝘳𝘪𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘭𝘤𝘪𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘦̀ 𝘰𝘳𝘢𝘮𝘢𝘪 𝘢𝘴𝘴𝘰𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘶𝘯𝘨𝘰 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘮𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘦𝘨𝘰𝘭𝘦 𝘰𝘷𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘧𝘪𝘴𝘪𝘤𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘱𝘳𝘦𝘷𝘪𝘴𝘵𝘰? 𝘐𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮𝘢 𝘮𝘪𝘯𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘱𝘢𝘭𝘵𝘪. 𝘐𝘯𝘧𝘢𝘵𝘵𝘪, 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦 𝘥𝘰𝘷𝘶𝘵𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘳𝘵𝘦𝘻𝘻𝘦 𝘦 𝘭𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪, 𝘴𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘧𝘢𝘳 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘨𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘥𝘪𝘰 𝘪𝘯 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘻𝘦𝘳𝘰. 𝘔𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘪 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘭𝘭𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘦 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘥 𝘶𝘯 𝘮𝘦𝘵𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘵𝘳𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦? 𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘯𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘰 𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰? 𝘐 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘪, 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰𝘭𝘭𝘢𝘵𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘪 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 𝘢𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘪𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘴𝘱𝘰𝘳𝘵𝘪𝘷𝘪. 𝘔𝘢 𝘱𝘰𝘪, 𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘪 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘯𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪, 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢𝘯𝘰 𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘢, 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘢 𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘦𝘯𝘵𝘪, 𝘢𝘮𝘪𝘤𝘪. 𝘌 𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘨𝘪𝘰 𝘥𝘪𝘷𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰𝘭𝘭𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦. 𝘌𝘥 𝘰𝘷𝘷𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘪 𝘴𝘢𝘳𝘢̀ 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 "𝘱𝘰𝘴𝘪𝘵𝘪𝘷𝘰" 𝘢𝘭 𝘷𝘪𝘳𝘶𝘴 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘪𝘰𝘯𝘢𝘵𝘰. 𝘌̀ 𝘣𝘢𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘢 𝘥𝘪𝘳𝘴𝘪 𝘮𝘢 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢𝘵𝘪𝘤𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵’𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘰𝘮𝘮𝘦𝘳𝘴𝘰 (𝘢𝘤𝘤𝘰𝘳𝘨𝘦𝘳𝘴𝘦𝘯𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘴𝘢𝘱𝘰𝘳𝘦 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘰𝘭𝘦 𝘭𝘢𝘯𝘤𝘪𝘢𝘵𝘦 𝘷𝘢𝘯𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘭 𝘷𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘤𝘩𝘪 𝘷𝘶𝘰𝘭𝘦 "𝘳𝘪𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘳𝘦")".

Un dispiacere e un sacrificio

"È per tutti un enorme dispiacere e sacrificio, ovviamente. Ma prima che Ultras siamo UOMINI e DONNE d'ITALIA. Ci sarebbero sì l’Inter, gli spalti che adoriamo, la nostra Curva Nord e tutto quello che è la magia di una vita donata per una missione come la nostra. Passione e dedizione assoluta. Quello che cerchiamo di dare ogni volta che la nostra Inter scende in campo ora però serve altrove. In maniera diversa, ma con uguale orgoglio e tenacia. Ora serve per aiutare chi ha davvero bisogno, per supportare chi lotta appeso ad un filo tra la vita e la morte. Il nostro tifo, le nostre grida d'Amore vanno a chi è in prima linea a difendere ogni singolo respiro degli ammalati. Il calcio va messo da parte. 𝐀𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐧𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐝𝐞𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐝 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐟𝐢𝐫𝐦𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐠𝐫𝐮𝐩𝐩𝐢 𝐮𝐥𝐭𝐫𝐚𝐬, non certo per questioni di contenuto ma perché sappiamo bene che da queste iniziative generalmente lodevoli c’è sempre qualcuno che cerca di trarne visibilità o beneficio. Sia a livello ultras, sia sul piano politico istituzionale. E davvero non abbiamo voglia di addentrarci in contesti del genere ove spesso si va a degenerare in un bieco “soubrettismo”. Noi ci rapportiamo solo con i nostri gemellati. Fine del discorso. Ce ne rimaniamo quindi soli, saldi ed in isolamento. Ma col cuore vicini uno ad uno agli appartenenti della Curva e a chi condivide le nostre battaglie. Adesso, chiarita in maniera doverosa la nostra posizione, ricali il sipario. 𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨 𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨".

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