ZANETTI INTERVISTA VERISSIMO - Ospite di Verissimo, programma in onda su Canale 5, Javier Zanetti è stato protagonista di un'intervista sulla sua carriera da calciatore e sul legame con la sua Inter. Inoltre, il vicepresidente della Beneamata ha parlato anche del legame con la sua famiglia. Queste le sue dichiarazioni.
"Ho appena compiuto 50 anni, metà li ho trascorsi in Italia. Non me li sento, interpreto la vita ancora come un giovane e sportivo. Ho acquisito tanto dal vostro paese, sono arrivato molto giovane ed il calcio italiano era un'opportunità che sognavo da bambino. Quando è arrivata l'Inter, non potevo rifiutare".
"Successe all'Indipendente, la squadra per cui facevo il tifo, e fu un colpo durissimo. Col senno di poi posso dire che le cose succedono per un motivo e che da quella situazione ho avuto un insegnamento importante. Lavorando con mio papà sono diventato uomo, faceva il muratore ed ho capito tutti i sacrifici che i miei genitori facevano per me".
"Quella dell'Inter è stata una chiamata inaspettata. Giocavo da poco in Serie A col Banfield, non una squadra tra le più conosciute argentine. Allora ero in Nazionale con Passerella, ex giocatore nerazzurro, che mi chiama nel suo ufficio per darmi una notizia. Ero molto sorpreso e mi dice che negli uffici dell'Argentina è arrivato un fax in cui l'Inter mi aveva comprato. Non ci credevo, pensavo fosse uno scherzo. Chiamai Paula per chiederle se la notizia fosse vera e ricevetti una conferma emozionata. Sono arrivato in Italia pieno di sogni, con la consapevolezza di aver avuto una grande opportunità. Poi sapete tutti com'è andata".
"Sono passati tanti anni. Ora sono vicino alla squadra e faccio parte dell'altro team, quello dei dirigenti. Cerco di contribuire ad ogni decisione e dare qualcosa durante gli allenamenti. Ciò che ho vissuto sul campo rimarrà per sempre, sono stati momenti unici, ma ora faccio un altro tipo di percorso".
"Vinciamo la Coppa Italia battendo il Palermo all'Olimpico di Roma, durante i festeggiamenti prendo il telefono in mano e trovo un messaggio vocale di mia mamma felicissima ed in lacrime per avermi visto alzare il trofeo. Quella è stata l'ultima volta che l'ho sentita, perché la mattina dopo ho avuto la notizia della sua scomparsa. Mio papà non mi ha chiamato perché non riusciva a parlare, ci ha pensato la persona che li aiutava a casa. Mamma si è addormentata e non si è svegliata più. Ho vissuto un momento di grande tristezza, passando dalla gioia per il trofeo ad un dolore senza paragone. La mattina dopo sono volato in Argentina per darle l'ultimo saluto. Per fortuna ha conosciuto Sol e Nacho, due dei nipotini. A Tommy abbiamo raccontato tutto di lei, conosce la nonna come se l'avesse vista dal vivo".
"Parlavamo spesso e di tutto, ha sempre saputo i miei sentimenti per lei. Sarà sempre dentro di me, ora ci guarda dall'alto e ci protegge. Mio papà è in Argentina e sta bene, non è stato facile per lui trovarsi da solo. Ogni volta che torno a casa passiamo sempre tanto tempo insieme e quando sono qui ci sentiamo tutti i giorni. Guarda sempre le partite dell'Inter e della Nazionale".
"La serenità della famiglia è la cosa più importante. Avere Paula con me in un altro paese è stato fondamentale. Le dico sempre che senza di lei non so come avrei fatto. I primi passi all'Inter, quando non vincevamo, sono stati molto difficili e avrei fatto molta fatica a superarli da solo. Lo stesso vale per i primi passi da dirigente. Ogni singolo risultato che ho ottenuto è merito suo".
"Gioca a calcio, tifa Inter e si diverte molto. Sarei onorato se facesse ciò che ho fatto io, lo spero".