INTERVISTA ZANETTI - Javier Zanetti, è intervenuto ai microfoni de La Nacion per parlare della situazione nel mondo Inter. Dalle difficoltà alle innovazioni passando per lo Scudetto.
"Fuori dal campo si soffre molto di più, non puoi incidere in prima persona. Le sensazioni sono diverse, ma la soddisfazione è la stessa: c'è orgoglio nel vedere la crescita della squadra in questi due anni, nonostante tante difficoltà. Questo progetto è partito con Conte due anni fa e con lui mi è stato possibile essere ancor più vicino alla squadra. I ragazzi sono cresciti anche attraverso momenti duri, necessari però per migliorare e prepararsi a vincere".
"L'anno scorso abbiamo perso qualche partita di troppo. Tutti i gruppi, se vogliono imparare a vincere, devono prima passare attraverso delle delusioni".
"Diciamo che a volte ti rendi conto quando si instaura subito feeling, armonia. Fin dal primo pranzo che ho fatto con Antonio dopo la sua firma ho capito che stava partendo qualcosa di importante. Lui ha una grandissima capacità di trasmettere le sue idee e mi ha dato fiducia".
"Cultura del lavoro e mentalità prima di tutto. Ha convinto della bontà del suo progetto anche i più giovani. Da quando è arrivato non c'è stato giorno in cui non abbia pensato a come migliorare la squadra. I suoi meriti vanno anche oltre la vittoria del titolo dopo un decennio e la fine della striscia di vittorie della Juventus. È stato anche responsabile della valorizzazione dei giocatori, del riposizionamento del club. Ha convinto il gruppo a seguirlo".
"Penso che il tifoso della Juventus non possa essere felice di tutto quello che Antonio stia facendo all'Inter. Invece il tifoso nerazzurro, dopo l'iniziale scetticismo, penso abbia imparato ad amarlo. Lui è focalizzato al 100% sull'Inter fin dal primo giorno: ha accettato questa sfida proprio come un vero interista".
"La chiave è stata la convinzione, il crederci sempre. Anche in Champions abbiamo fatto bene, venendo eliminati per il doppio pareggio con lo Shakhtar. Per questo motivo il gruppo non si è pianto addosso e si è riscattata in campionato. La crescita della fase difensiva è stata fondamentale. Abbiamo raggiunto grande solidità tra difesa e mediana, poi Lautaro, Lukaku ma anche Sanchez sono stati fondamentali. I miei meriti sono minori. Ho sempre provato a dare una mano dentro e fuori dal campo, perché per arrivare ai risultati serve che tutti si remi dalla stessa parte".
"Il pubblico ci manca tanto. Immagina quante persone ci avrebbero seguito ovunque in una stagione come questa. Ci stiamo preparando perché all'ultimo appuntamento, in casa contro l'Udinese, almeno qualcuno possa entrare. Comunque, a modo suo, il tifoso interista si è fatto in ogni caso".
"Abbiamo una delle migliori coppie di attaccanti, certamente. I due si completano molto bene: Lauti e Lukaku giocano insieme da due anni ormai e ti rendi conto che si sentono a proprio agio, si cercano, si aiutano. È bello vederli giocare. E la squadra è importante anche per loro, perché c'è molto lavoro alle spalle affinché si possano trovare nelle migliori condizioni per colpire".
"Andammo a prendere un ragazzo di 20 e non ci sbagliammo. La speranza era proprio quella di vederlo crescere come poi è accaduto. L'Inter gli ha dato tempi di crescere, Conte lo ha consigliato benissimo e lui è stato bravo a raccogliere questi consigli. Sono davvero molto felice".
"È la normalità quando hai dei buoni giocatori. Qui ne abbiamo tanti che rappresentano anche un patrimonio economico importante. E poi abbiamo anche tanti giovani: Lukaku, Lautaro, Barella, Skriniar, Bastoni, Hakimi... Chiunque li vorrebbe nella propria squadra".
"Un ragazzo molto disponibile con tutti, generoso. Tranquillo, dedito alla famiglia: è uno di quei giocatori che fanno gruppo e sono leader silenziosi".
"Certamente non è facile, devi riuscire ad adattarti a vari cambiamenti. E qualcosa perdi per forza. Penso che questo scudetto arrivi anche come conferma della continuità di lavoro. Ecco perché ritengo che il grande merito, anzi, tutto il merito sia di Conte e dei ragazzi".
"È vero che a metà campionato il club sarebbe potuto essere venduto. Attraversava grossi problemi finanziari, sebbene noi non siamo gli unici a passare un momento delicato da questo punto di vista. Ma dico che come società possiamo ancora migliorare: l'allenatore e la squadra hanno fatto qualcosa di eccezionale in due anni, adesso bisogna aspirare a qualcosa di più e c'è da migliorare i meccanismi interni. Questa è la realtà".
"I problemi finanziari restano, sì. E potrebbero volerci un paio d'anni per ritrovare l'equilibrio. Servirà che la gente torni allo stadio per accontentare gli sponsor. In poche parole, serve tornare alla normalità, dopodiché risolveremo i problemi. Non bisogna nascondersi: a oggi la situazione è delicata, però abbiamo la soddisfazione di aver vinto uno scudetto. Ma questo deve essere il punto di partenza per compiere un ulteriore passo in avanti. La base sulla quale costruire un progetto duraturo. Molto dipenderà dalla parte sportiva, dovremo essere molto chiari sul da farsi. Le entrate dalle tv sono importanti, ma non tutto può dipendere da quello. Va attuata una strategia ad ampio respiro, che ti garantisca sostenibilità nel tempo".
"È un argomento di cui si parla da due o tre anni e stiamo ancora aspettando la definizione di alcune parti. È un progetto congiunto con il Milan, ma i permessi dipendono dal Comune e da una commissione che non finisce mai con la sua analisi. Quando sembra che tutto sia a posto, suuccede sempre qualcosa. La pandemia, probabilmente, non ha aiutato".
"Un'idea che è durata poco, la risposta l'hanno data i tifosi. E non solo i tifosi delle 12 squadre fondatrici, ma di tutti gli appassionati di calcio. È stato un errore e bisogna imparare dagli errori. Questo è stato un errore, senza dubbio, ma sicuramente aiuterà la FIFA, la UEFA e tutti i principali organi di calcio, insieme ai club, a mettersi insieme e cercare di trovare modi alternativi per migliorare il mondo calcio".
"Molte cose sono state dette, ma il nome non è cambiato. Puoi innovare perché non devi ignorare che il mondo sta cambiando, però non puoi mai allontanarti dalla tradizione, non puoi mai dimenticare la tua storia. Non puoi permettere che il passato scompaia. La tua identità e i tuoi valori non possono mai andare perduti".