INTERVISTA LUKAKU - Romelu Lukaku è intervenuto ai microfoni di Dazn insieme al compagno di reparto Lautaro Martinez. Il belga ha parlato della sua stagione in nerazzurro. Ecco le parole del numero nove.
"Loro hanno iniziato bene, Ibra ha fatto due gol. Dopo noi abbiamo dominato la partita però non abbiamo sfruttato le occasioni. E' stato difficile, però in quel derby siamo stati la squadra più forte, ci ha dato energia per iniziare il percorso verso lo scudetto".
"Giochiamo a due giochi di guerra, uno è Call of Duty. L'anno scorso è venuto in camera mia e ci siamo messi a giocare, lui ha giocato 45 secondi e l'hanno massacrato sei volte. Gli ho detto 'Dai, fraté, lascia stare. Andiamo a dormire'".
"Quando sono arrivato qui il primo giorno ho detto a Lautaro che con me avrebbe fatto tanti gol, più di 15 almeno. Ho incontrato suo papà, abbiamo parlato 10 minuti e gli ho detto 'tra due anni vinciamo qualcosa insieme', per come ci alleniamo e perché facciamo le cose bene. Da lì è iniziata la nostra storia".
"Per me la partita nella quale abbiamo iniziato il percorso per lo scudetto è quella con il Sassuolo. Noi abbiamo parlato con la squadra e il mister e abbiamo cambiato il modo di giocare, stando più compatti. Avevano giocato Lautaro e Alexis e io dalla panchina ho visto la squadra giocare veramente bene".
"Papà e figlio. Hakimi ha preso il mio posto perché corre di più (ride, ndr)".
"Avevo paura di sbagliare quel gol, te lo giuro. Ho tirato così perché ero arrabbiato".
"Dopo la Juve dovevamo giocare ancora contro il Milan, l'Atalanta e la Lazio. Per noi quello che ha cambiato tutto è stato l'aver vinto gli scontri diretti: abbiamo dimostrato di essere i più forti perché li abbiamo vinti tutti".
"Parla sempre, è la voce della squadra. Io e lui litighiamo ogni giorno. A colazione e quando camminiamo per andare in campo iniziamo ad attaccarci, ma io, lui e Brozovic siamo pazzi dentro la testa, abbiamo bisogno di questo: dà energia. Io ho bisogno di Nicolò, c'è bisogno di giocatori che vanno in guerra e noi ne abbiamo tanti di questi. Io e Lautaro lavoriamo per la squadra. Se io che se non è una buona giornata per me e che Lautaro è più caldo, io lo cerco sempre".
"Il derby è il derby e in quello chi vince è primo in classifica. Io mi ricordo che in allenamento abbiamo fatto tattica con la Primavera e ci siamo allenati ad un alto livello. E io nel secondo gol ho detto a Lautaro: 'Questa partita non la perdiamo mai, impossibile'. Ero carico. Sul primo gol di Lautaro ci siamo allenati due giorni per quella situazione. Loro giocano a 4, lui doveva mettersi dietro Kjaer perché io se attacco la profondità te la metto subito. E da lì ho capito che loro erano morti. La mia esultanza? Scusate (ride, ndr). Avevamo parlato io e il mister un pochettino, e dovevo essere io ad ammazzare la partita. Ma lui rideva, è così. Ci picchia, bam, ma poi ridiamo".
"Conte non li fa più perché dice di essersi fatto male al ginocchio. Dice sempre così, ma prende sempre i tunnel se gioca".
"Dopo l'Atalanta ho detto 'è finita per lo scudetto, ci siamo'. Anzi non potevo dirlo, l'ho pensato. È la base del successo".
"Artista, maestro. Ricordo il primo allenamento ha fatto due gol da fuori area: ho stoppato l'allenamento e ho detto 'Dai, abbiamo perso e ora possiamo entrare'. Artista".
BROZOVIC - "Non ha testa. Si incazza sempre in campo, se lui sbaglia il passaggio è colpa tua (ride, ndr)".
"E' migliore degli altri, ogni giorno vuole migliorare. A livello umano è cresciuto ancora di più. Quando sa che è dentro lo spogliatoio ha la fiducia dei giocatori dà ancora di più. E anche per questo il livello di tutti si è alzato ancora di più, anche il suo. Dà indicazioni a tutti e due, mi urla 'Romelu la partita è iniziata, svegliati'. Dopo l'esultanza ci dice sempre 'stiamo in partita'. Ma siamo sul 3-0, dai mister...".
"Ero a casa con mio figlio, era la prima volta che vincevo qualcosa di importante e sono andato in giro dalla sede a CityLife. Ero con mio figlio, un mio amico e mia madre che mi guardavano un po' così. Mi sentivo come un capo, c'erano 30 macchine dietro di me".
"Champions babyyyyy!"