INTERVISTA RASSEGNA STAMPA - Nicolás Burdisso attuale direttore sportivo del Boca Juoniors, ai microfoni di El Paìs ha parlato dell'Inter di Conte. L'ex giocatore in nerazzurro vanta 93 presenze aggiungendo nove titoli nazionali all'interno del suo palmares.
"Contro il Real è il punto principale del progetto di questa nuova Inter, bisogna giocare con le grandi squadre per sapere quanto si vale. Il tecnico nerazzurro è un allenatore sistematico, l'ho studiato molto perché in precedenza l'ho affrontato, per lui è importante lo schema. La sua squadra deve muoversi per sistema in maniera intelligente, se si muove uno l'altro lo deve fare di conseguenza. La sua idea è chiara: essere aggressivi con una pressione alta e partire sempre da dietro con la manovra. Quando Conte firmò per la Juventus lo fece arrivando da Bari, Siena e Atalanta ed è lì che ha appreso molto. Non ha mai smesso di evolversi, il vero cambiamento di questa Inter l'ha fatto lui con la difesa. Via Godin dentro Kolarov che può adattarsi da terzino a centrale, è così che Conte ha iniziato ad analizzare le partite in modo diverso."
"Il punto di forza per Conte è sempre stato il centrocampo, inizialmente giocava con tre giocatori in mediana e aveva molto dinamismo. Ora Eriksen sulla trequarti ha portato una squadra più piatta. L'obiettivo essendo molto aggressivo è quello di attaccare l'area avversari con più calciatori possibili e molti di quelli che ha in rosa non ce la fanno. Le fasce creano ampiezza, non lasciano mai la loro posizione, o giocano nell'uno contro uno oppure corrono in verticale."
"Conte ha sempre fatto fare gol ai suoi attaccanti perché giocare con loro è il compito principale, per altri tecnici sono semplici finalizzatori. Un altro principio fondamentale visto il numero di palloni giocati nell'aerea avversaria è il servire l'attaccante. Il 2 contro 2 creerà sempre molte situazioni di gioco. Ogni manovra effettuata è studiata, uno va incontro e l'altro in profondità. Il principale gioco di Conte è la verticalizzazione creando superiorità dal basso per far pressione sull'avversario e creare spazi da dietro la propria linea difensiva. L'opzione principale è la ricerca del numero 9. Perisic non giocando spalle alla porta fatica molto, non sa difendere e non riesce a sincronizzarsi con l'altro attaccante. All'Inter manca una quarta punta."