INTER MAROTTA INZAGHI CHIVU - Nel corso del proprio intervento presso il "Festival della Serie A" a Parma, il presidente interista Giuseppe Marotta ha fornito una propria ricostruzione degli ultimi concitati giorni in casa Inter, rimasta scottata dall'addio di Simone Inzaghi ma già pronta ad accogliere Cristian Chivu come nuovo tecnico.
"Nel calcio se vinci sei bravo, se perdi lo sei molto meno. È rimasto l'amaro in bocca a tutti per la nostra debacle di sette giorni fa, ma fa parte del calcio. Essere arrivati secondi non è un fallimento ma motivo d'orgoglio, perché essere arrivati in finale di Champions League, che è la competizione più importante per club, è straordinario. Ed è ancora più straordinario averlo fatto per due volte in tre anni. Bisogna esaminare anche questo. Vero, c'è amarezza e profonda delusione, ma dico con decisione che la nostra stagione, che non è ancora conclusa perché ci sarà il primo Mondiale per Club dove noi e la Juventus rappresenteremo l'Italia, è motivo d'orgoglio".
"Martedì noi abbiamo assistito ad una dichiarazione di Inzaghi, che è stato l'attore principale, il quale ci ha detto che riteneva il suo ciclo in nerazzurro concluso e che voleva tentare una nuova esperienza. Molti sostengono che ce lo potessimo immaginare, ma non è così perché l'avvicinamento alla finale ci ha portato a non toccare questo argomento nella settimana precedente. Dico con altrettanta schiettezza che Inzaghi ha preso questa decisione solo il lunedì successivo alla sconfitta col PSG. Leggendo i giornali si parla di scettiscismo e confusione, ma abbiamo semplicemente incassato questa decisione che ci ha trovato parzialmente impreparati perché non c'era la certezza dell'addio. Dopo di ché ci siamo mossi di conseguenza".
"La prima cosa che va chiarita quando si cambia un allenatore è identificarne il profilo, che è conseguenza di una strategia e delle linee guida. Dopo che il management ha delineato la strategia, allora si va sul profilo adatto. Ci serviva un allenatore giovane che sposasse in pieno le linee guida della società e che mettesse in atto una valorizzazione del patrimonio giovanile. L'Inter è un grande club e ha l'obbligo di partecipare alle competizioni tentando di vincere, e per questo sono necessarie tante qualità. Qualità che abbiamo ritenuto ci fossero nel caso di Chivu, di cui non posso dare ancora l'ufficialità perché c'è un aspetto burocratico sul tesseramento da superare con il Parma, ma chiuderemo con lui. È il profilo adatto per gli obiettivi che ho elencato. Non è una forma di confusione, ma di coraggio, che è insito nei leader. L'importante è che ci sia una società forte, una proprietà forte e un programma ben definito".