INTER KLINSAMNN - L'ex attaccante nerazzurro Jurgen Klinsmann ha parlato a lungo di Inter alla Milano Football Week, soffermandosi sia sulla squadra attuale che su quella dei suoi tempi e spendendo parole anche per diversi singoli. Di seguito le sue parole raccolte dalla redazione di Nerazzurrisiamonoi.it.
"Il nostro presidente Ernesto Pellegrini ha avuto un gruppo di giocatori favoloso, prima che arrivassi hanno vinto lo Scudetto dei record sotto Trapattoni. Poi sono arrivato e la gente mi ha voluto bene fin dall'inizio. Ho cercato di imparare l'italiano nel miglior modo possibile e sono sempre tornato a Milano negli ultimi 30 anni. Mi sono sempre trovato bene con gli italiani, quando sono in Italia sto bene".
"Bastoni e Barella sono ragazzi che prima erano giovani, ma adesso è l'ora di venire fuori e prendere responsabilità, dando una mano agli azzurri per vincere qualcosa.
"Il paragone Barella - Matthaus ci può stare. Lothar era un tradizionale numero 8, andava su e giù con energia e aveva uno scatto e un tiro incredibile. Anche Niccolò fa queste cose, è ovunque, anche nell'area di rigore perché vuole fare gol.
"C'è sempre qualcosa del padre di un figlio. Ho giocato per due anni con Lilian, l'ho visto molto giovane. Marcus è uno che vuole fare gol, mentre il padre era un difensore centrale che ha fatto una carriera incredibile. È sempre uno con i piedi per terra, vuole dare tutto alla squadra. Lo vedo molto bene insieme a Lautaro come coppia, davanti c'è un misto ideale.
"È campione del mondo, è arrivato nei big. Per giocatori come lui o Mbappé ci vogliono titoli, lì con la Coppa del Mondo in Qatar ha vissuto questo momento indimenticabile per lui e ha preso anche più responsabilità quando è tornato all'Inter. È diventato molto più leader, diventando poi capitano, un ruolo di grande responsabilità. Lo fa veramente bene, negli ultimi due o tre anni è cresciuto molto.
"È stato fenomenale il suo lavoro negli ultimi anni, veramente da 10. Da fuori è sempre difficile per un allenatore giudicare l'allenatore di un altro, ma si può giudicare lo stile della squadra, come gestisce l'ambiente quando le cose vanno un po' male e quando arrivano le partite importanti, la Champions League. L'Inter ha l'obbiettivo di tornare tra i migliori d'Europa, ma bisogna vincere una Champions e gli auguro di farlo.
"Forse manca un po' più di cattiveria. Ci vuole un po' di fortuna e delle piccole cose che in una finale fanno la differenza".
"Ha lasciato un buco enorme nella nazionale tedesca, nel mondo del calcio tedesco, ma anche qui con tutti noi interisti. È stato un giocatore favoloso, era sempre di buon umore e scherzava sempre. Negli anni che sono stato all'Inter, è stato lui l'equilibrio della squadra. Io ho litigato sempre un po' con Lothar, poi c'era Walter, eravamo un po' tutti maschi alfa. Poi c'era Brehme, era sempre in mezzo, era sempre lì per gli altri. Quando è arrivata la sua morte noi siamo rimasti senza parole, al suo funerale c'era metà della squadra. Pellegrini ha ordinato un aereo privato per 10/11 ragazzi della squadra per essere lì. Sarà sempre nel nostro cuore, ma ci ha lasciato troppo presto".
"A quei tempi lì potevi avere solo tre stranieri. Per uno straniero essere uno di questi tre era già un sogno, era come essere nominato per l'Oscar. Ai tempi gli stadi erano tutti pieni, la Serie A era al top, poi le cose si sono mosse un po'verso l'Inghilterra. Quei tempi erano speciali, ci sentivamo parte della famiglia dell'Inter. Ogni due mesi Pellegrini ha invitato la squadra a casa sua a cena, per chiarire e parlare delle cose negative. Lì faceva capire che la cosa più importante era il lavoro".
"Era il nostro papà, era uno a cui potevi chiedere a qualsiasi ora se avevi un problema, era sempre lì per te. Aveva questa conoscenza di calcio incredibile, tutta di memoria. L'ho avuto anche anni dopo al Bayern Monaco, ho vinto un'altra Coppa Uefa e uno Scudetto in Germania con lui.
"Vedendo da fuori è una squadra eccezionale. Hanno vinto il campionato con tanti punti di vantaggio, hanno qualità, hanno sempre una soluzione su ogni posizione. Vuol dire che lo scopo deve essere non solo vincere lo Scudetto, ma anche di portare a casa una Champions".
"Io credo di sì, è stato favoloso negli ultimi anni. Sa comunicare con i suoi ragazzi, gestisce le cose bene. Bisogna lottare e c'è bisogno di un po' di fortuna.
"Ai nostri tempi era diverso. Prima avevi un rapporto molto più vicino con il presidente. Oggi le cose sono cambiate, investitoti da tutto il mondo e ogni tanto fai confusione. Non sai più chi ha la parola e chi paga. Speriamo che questo gruppo americano gestisca bene la situazione, magari vanno avanti e vendono ancora o rimangono proprietari e danno la possibilità a Marotta di fare come crede, ha fatto un lavoro eccezionale".
"Ha tantissimo talento, l'ho visto un paio di volte in questo campionato. Per il momento non è stato scelto dal ct tedesco, ma nel futuro ci sarà possibilità anche per lui se continua come gioca adesso.