Pavard suona la carica per la prossima stagione: "Vogliamo confermarci campioni"

8 Maggio 2024
- di
Carlo Alberto Gamba
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Benjamin Pavard con la maglia dell'Inter I Nerazzurrisiamonoi.it
Tempo di lettura: 2 minuti

INTER INTERVISTA PAVARD - Nel corso di una recente intervista al quotidiano La Repubblica, il difensore Benjamin Pavard ha parlato di molteplici tematiche relative alla prima, trionfale, annata vissuta all'Inter da assoluto protagonista.

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I punti salienti dell'intervista

La "necessità" di arrivare a Milano

"Dopo 7 anni in Germania volevo cambiare aria. Avevo vinto tutto e necessitavo di una nuova esperienza. Ho scelto i nerazzurri perché mi seguivano da tempo e la loro insistenza mi ha convinto. Volevo vivere l'Italia sotto tutti i punti di vista".

Sullo Scudetto

"Vogliamo mantenere il titolo di Campioni d'Italia anche l'anno prossimo. Sarà difficilissimo ma ce la metteremo tutta. I tifosi, sia in casa che in trasferta, ci danno una grande mano su questo. La festa per il tricolore è stata impressionante perché ho vissuto qualcosa di vagamente simile per il Mondiale con la Francia. Qui a Milano, però, siamo stati in pullman più di 8 ore".

Stracittadina milanese a tinte transalpine

"Prima del derby, ho stuzzicato i miei connazionali al Milan - Theo Hernandez, Mike Maignan e Olivier Giroud - dicendo loro che avremmo vinto lo Scudetto nel derby. Siamo molto amici, ma il derby è il derby e non guardi in faccia a nessuno. Io e Theo ci siamo anche spinti durante la partita. La mia esultanza ad un contrasto su Leao? Per un difensore come me un intervento del genere equivale ad un gol. Mi piacerebbe segnare il mio primo gol interista contro i rossoneri o contro la Juventus".

Su Inzaghi

"Ci lascia molte libertà. Fino ad ora, nelle altre difese a 3 in cui giocavo, non avevo la possibilità di fare entrambe le fasi con questa frequenza poiché ero demandato esclusivamente a coprire. Con lui è un continuo viavai. La seconda stella è in gran parte merito suo perché è molto attento ai dettagli e non sottovaluta nulla e lo si capisce da come si agita in panchina. All'inizio mi ha stupito questo fattore, poi ho capito che è una sua qualità".

Su Lautaro

"Parliamo di un grandissimo giocatore e di un grandissimo leader. In più, è una grandissima persona".

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