
Alla vigilia della semifinale di Supercoppa Italiana 2025 contro il Bologna, Cristian Chivu è intervenuto in conferenza stampa soffermandosi sul momento dell’Inter, sull’approccio mentale del gruppo e sul valore della competizione. Il tecnico nerazzurro ha parlato di crescita, ambizione e lavoro quotidiano, senza legare il torneo a rivincite personali o a questioni di reputazione.
"È un trofeo che si può vincere con due partite. Dall’inizio ci siamo riproposti di battere colpo su colpo, di giocare sempre con voglia, ambizione e determinazione. Questa squadra può crescere ancora, ha l’ambizione giusta per portare avanti il percorso. Forse non meritiamo di essere qua, approfittiamo del nuovo format della Supercoppa. Questo mini-torneo è un regalo per noi e per il Milan, se siamo qua ce la giochiamo fino in fondo".
"Calhanoglu oggi si è allenato, è a disposizione del gruppo. Da valutare se dall’inizio o a gara in corso. Sul giorno in meno o in più, ormai siamo abituati, pensiamo alla partita di domani, è la cosa più importante".
"Sapevamo che avrebbe fatto freddo. È una scelta. Addirittura avevo chiesto di arrivare oggi, mi è stato detto che sono sei ore di volo e due di fuso, abbiamo deciso di arrivare un giorno in anticipo".
"A me non cambia niente, io non sono a caccia di reputazione. Sono felice per loro. Mi godo la nostra crescita, quello che stiamo cercando di far vedere in giro per l’Europa e per l’Italia, perché sono bravi e perché meritano tanto per quel che rappresentano dal punto di vista umano. Abbiamo la voglia e la consapevolezza di cosa vogliamo e possiamo fare, la mettiamo tutta, 7 giorni su 7. Solo così si costruiscono squadre che avranno poi la possibilità di vincere trofei. Il Bologna non è una squadra scomoda solo per l’Inter, ma un po’ per tutti. Lo era prima con Thiago Motta, con Sinisa ancora prima, lo è tutt’ora con Italiano. Hanno energia, hanno modo di fare determinate cose che possono mettere in difficoltà chiunque se non pareggiano la loro intensità".
"Non mi risulta che abbiamo perso tre finali, una e basta. Per me è un piacere e un onore allenare un gruppo come loro, si sono messi in gioco nonostante un po’ di amarezza e hanno lavorato sodo, è un gruppo unito, ha tanta voglia da offrire e vedere. Il gruppo è affamato, vuole vincere trofei. Noi come staff abbiamo fatto del nostro meglio per riportare entusiasmo e autostima, ma anche gioia per questo gioco. Il calcio è anche bastardo certe volte quando si perde immeritatamente ma si deve uscire sempre a testa alta fuori dal campo. Sappiamo l’impegno che mettiamo tutti i giorni e quello che vogliamo creare per il futuro".
"Anche la Roma è uno scontro diretto che non viene mai nominato, non dobbiamo dimostrare niente. Sappiamo quella che è l’insidia di una partita a prescindere dall’avversario, poi per vincere bisogna meritarselo. Dobbiamo dare il massimo di quello che abbiamo, perché nessuno ci regala nulla. Si esce vincitore o sconfitto ma lo si deve fare a testa alta perché si è fatto di tutto per portarla a casa. Di sicuro a noi non manca la voglia di vincerle tutte ma non è mai semplice. Quello che è accaduto l’anno scorso con il Milan è il passato, cercheremo di passare il turno col Bologna, poi si vedrà".