ESCLUSIVA MONDO ITALIA CORONAVIRUS - NerazzurriSiamoNoi.it ha intervistato, in esclusiva, alcuni giornalisti di svariati Paesi di tutto il mondo. Vediamo nello specifico quale sia la percezione che si ha dell'Italia all'estero e come il Covid-19 abbia cambiato la vita di tutti noi.
"C'è una grande differenza di come vedevamo l'Italia una settimana fa e di come la vediamo adesso. Prima eravate esagerati, adesso siete come il nostro specchio. Come il riflesso di una paura che ci corre dietro ed è più veloce di noi. Non pensavamo che il dramma fosse così duro finché non lo abbiamo sofferto anche in Spagna - spiega il giornalista di Radio Marca -. Qui giorno dopo giorno la gente comprende cosa può succedere. Tre giorni fa l'arrivo del coronavirus sembrava un qualcosa che non dovesse quasi avere conseguenze. Le persone sono state incoscienti, alcuni hanno preso la situazione come una vacanza. Viaggiavano, andavano al bar, in palestra. Adesso con lo Stato di Allarme e i negozi chiusi ci sarà un cambio progressivo per una tardiva responsabilità sociale. Strade deserte e nuovi movimenti nei social. Calcio sospeso? La vita in Spagna non è la stessa. Le persone non vivono per questo sport, ma con questo sport. Lo stop però è la conseguenza di questa pandemia. E non era pensabile disputare partite come quelle di Europa League dei giorni passati. Condivido la scelta".
"Il messaggio che arriva da noi del vostro Paese è che le strade siano deserte e i negozi presi d'assalto. E sia difficile trovare medicinali, cibo e beveraggio - racconta la cronista di Espreso.rs -. Qui in Serbia per adesso ci sono stati poco più di 30 casi. Le scuole restano aperte, alcuni spazi pubblichi come cinema e teatro sono chiusi: forse le persone stanno provando un po' di panico. Sono d'accordo allo stop al calcio di Serie A, Bundesliga e di molti campionati europei. Prevenire è meglio che curare. Qui non abbiamo ancora sospeso la nostra competizione e non so quanto sia stato furbo".
"Per adesso ci sono poco più di 30 casi di persone contagiate in Croazia, senza deceduti. C'è un po' di tensione, da lunedì prossimo tutte le scuole saranno chiuse. Più o meno si segue la linea dell'Italia. I voli sono stati sospesi, come e il traghetto tra Ancona e Spalato: l’ultimo ha portato una ventina di italiani, che ora sono in quarantena. Giornali croati, siti e TV parlano tutti i giorni della situazione che c'è in Italia: sono due Paesi molto collegati. Anzi, sembra che alcuni vostri connazionali abbiano aiutato le nostre autorità sul tema del coronavirus. Siamo preoccupati perché non sappiamo se gli ospedali, qualora ci fossero tanti contagiati nello stesso momento, potranno aiutare tutti. Peccato che il calcio si sia fermato, ma in situazioni come questa si pensa prima sulla salute. Qui lo stop durerà sino al 31 di marzo".
"Da noi la situazione non è drammatica ma si sta evolvendo abbastanza velocemente. Ma gli ospedali non sono stracolmi e non c'è panico. Le persone continuano a vivere. L'Intervento di Macron è stato molto importante. Le persone hanno capito e cambieranno il loro comportamento - spiega il giornalista transalpino di 20 Minutes -. Pensiamo che gli italiani non siano abbastanza forti, o meglio, non lo sia lo il vostro Stato. I francesi pensano che il vostro sistema sanitario non sia così buono e che il Paese ha fallito nello stoppare la diffusione del virus in modo veloce. Stop al calcio? Decisione ineccepibile".
"Vivo dall'altra parte del mondo, però anche qui arrivano le notizie. Sappiamo che siete uno dei Paesi più colpiti dal coronavirus. Poi da voi gioca il nostro Alexis Sanchez, perciò siamo venuti a conoscenza della sospensione della Serie A. Sul tema del Covid-19 da noi le persone si stanno "educando" da poco. Ci sono stati poco meno di 40 casi e nessuno deceduto. Ma anche qui prima le persone hanno preso d'assalto i supermercati e c'è stato un panico collettivo notevole nel comprare viveri necessari per vivere. Il Ministero della salute ha sospeso gli eventi con più di 5 mila persone. In più in Cile c'è una crisi sociale, nei mesi scorsi siamo scesi in piazza per manifestare e tra poco forse voteremo una nuova Costituzione. Adesso però abbiamo preso coscienza del tema e per fortuna il panico è scemato".